Maturità, i prof disertano in massa la Lombardia

Mancano ancora 700 presidenti di commissione, sono il 60% del totale italiano. I presidi gettano acqua sul fuoco: ce la faremo

Studenti delle superiori al primo giorno di maturità

Studenti delle superiori al primo giorno di maturità

Milano, 4 giugno 2020 - A due settimane dal via agli esami di maturità che inizieranno il 17 giugno, all’appello mancano in Lombardia quasi il 40% dei presidenti di commissione. Vale a dire 700, per le 1.797 commissioni d’esame alle superiori. "La Lombardia non è un problema ma “il” problema" confessa una fonte ministeriale. Un dato su tutti. Su 1.200 candidature per i capi della commissione da reperire ancora sul territorio nazionale (su un totale di 12.900) quasi il 60% sono concentrati in una sola regione, la nostra, che gode di un primato poco invidiabile. La maturità 2020 è stata battezzata "light" perché non prevede scritti ma una sola prova orale in presenza, davanti a una commissione composta da sei docenti interni e un presidente esterno. Il capo dei commissari però non si trova. Per un motivo che spiega bene Massimiliano Sambruna, segretario generale della Cisl Scuola Milano metropoli: "Molti fra i dirigenti si sono già trasferiti nelle loro regioni di residenza anche al Centro e al Sud Italia. Lo spostamento coi mezzi pubblici e il ritorno nelle aule della Lombardia così falcidiata dal virus preoccupa da un punto di vista sanitario: si teme di mettere a rischio la propria salute". Il ministero ha predisposto misure di sicurezza, tra pulizie straordinarie, l’obbligo di mascherine - solo al candidato è consentito di toglierla durante il colloquio - e un distanziamento interpersonale di due metri. Regole che però a quanto pare non sono bastate a rassicurare gli animi.

«L’esame di Stato non è a rischio" ha assicurato ieri sulle pagine del nostro quotidiano il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, garantendo che il rito di passaggio per 65.858 maturandi in Lombardia (di cui quasi 20mila tra Milano e hinterland) si svolgerà in ogni caso. Il Miur per accelerare le nomine proprio ieri ha varato un’ordinanza che dà il via libera alle nomine d’ufficio derogando al requisito dei 10 anni di anzianità di ruolo e anche consentendo l’accorpamento di più commissioni, affidate allo stesso presidente. La linea smorza-polemiche è adottata anche da molti presidi. "Sono convinto che la questione dei presidenti si risolverà. Il nostro compito non è quello di creare problemi ma di risolverli. I nostri studenti devono essere messi nella condizione di prepararsi al meglio e di fare un esame in serenità" sottolinea Giuseppe Soddu, preside del liceo classico Parini di Milano. Nel classico di via Goito (fondato nel 1774) sono 168 gli studenti che affronteranno a breve l’esame di stato.

"Questa prova rimane un traguardo imprescindibile per i nostri ragazzi che possono dimostrare quello che hanno imparato in cinque anni. Anche se c’è solo il colloquio l’esame rimane assolutamente serio" rimarca il dirigente del Parini. Non è tempo di sollevare un polverone neppure per Bruna Baggio, preside dell’istituto di istruzione superiore Cremona Zappa di viale Marche dove ci sono 222 maturandi, fra liceo scientifico e istituto tecnico. Baggio difende il "valore" della maturità in presenza: "Se non fossimo pronti a sostenere l’esame dal vivo a giugno, a settembre non lo saremmo neppure per la didattica in presenza. Mi rendo conto che sia una faccenda complicata e comporti molta responsabilità ma il colloquio lo si deve fare in aula, altrimenti le scuole non ripartiranno più. Credo che sia anche un’utile occasione per fare una prova generale, su numeri contenuti, prima di settembre, misurando l’impatto, sull’organizzazione scolastica, delle misure di sicurezza".