Salvini diffamato su Facebook da un antagonista: il giudice propone una conciliazione

Minacce di morte al leader leghista, le parti hanno tempo fino al 23 marzo. Altrimenti si andrà a processo

Matteo Salvini

Matteo Salvini

Milano, 29 gennaio 2020 - Un tentativo di conciliazione: è quello che ha proposto il giudice di Milano, Giuseppe Fazio, nel processo per diffamazione in cui Matteo Salvini ha citato in giudizio Valerio Ferrandi, l'antagonista che nell'aprile 2016 gli scrisse su Facebook: "Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?".

Per quelle frasi sui social il leader leghista lo aveva citato in giudizio chiedendo 20mila euro di risarcimento. Arrivati al dibattimento però, nell'udienza di oggi, Salvini non si è presentato, dichiarando, tramite il suo avvocato Francesca Eccher, l'impedimento a causa dei lavori in Senato. Assente anche Luca Morisi, il responsabile dei social della Lega, che ha giustificato la sua assenza con "impegni professionali" a Verona. La difesa di Salvini ha comunicato che la calendarizzazione dei lavori del Senato è arrivata subito dopo il silenzio elettorale per le elezioni in Emilia Romagna e ha chiesto la possibilità di fissare l'udienza il lunedì o il venerdì, quando il senatore non dovrebbe trovarsi a Roma. Disponibilità accolta dalla corte, che ha fissato per il 23 marzo alle 10 il ritorno in aula. Prima di quella data, perà, il giudice, pur nella disponibilitaà a celebrare il processo, ha richiamato le parti a trovare una forma di accordo. 

"Abbiamo sempre accettato, in processi di questo tipo, offerte di conciliazione - ha fatto presente la legale di Salvini, Eccher - anche perché riteniamo che le aule di giustizia debbano essere usate per altro. Ma in questo caso non c'e' stato nemmeno un tentativo di abboccamento. Siamo disposti a una conciliazione extragiudiziale, e a valutare un'offerta di tipo economico o anche un'azione bonaria che dimostri di aver compreso che le frasi scritte sono state violente", ha invitato, ancora, la controparte. Dal canto suo la difesa di Ferrandi, guidata da Mauro Straini (insieme al collega Eugenio Losco) ha fatto notare che "per la terza volta Salvini non si è presentato in un processo originato dalla querela della parte offesa". L'assistito, comunque, "è disposto a chiarire il suo messaggio, giammai a ristorare un danno economico che non c'e' stato". A questo punto le due parti avranno tempo fino all'udienza del 23 marzo per trovare un punto d'incontro, altrimenti si troveranno ancora davanti al giudice Fazio.

Ferrandi, 23 anni, figlio dell'ex esponente di Prima Linea Mario, aveva scritto i suoi commenti nascondendosi dietro il nome Frederic Dubarrè. Due mesi dopo, il leader leghista aveva presentato denuncia sia per lui sia per la Lega. Il primo pm Enrico Pavone, aveva chiesto l'archiviazione, respinta però dal gip che aveva disposto l'imputazione coatta.

(Agi)