
Una volante della polizia
Milano – È un ritratto a tinte fosche quello che dipingono i ricercatori di Polis Lombardia e della Cattolica nel loro dossier sulla sicurezza in Lombardia, attraverso l’analisi dei flussi delinquenziali, che, dopo il 2020, sono tornati a crescere. Dietro a Milano seguono Brescia, Bergamo, Sondrio, Lecco che ha il più alto tasso di assassini con Lodi, Mantova, Como, mentre Monza appare come la meno pericolosa.
Fuori dai capoluoghi, invece, è la provincia di Brescia a guidare la graduatoria: l’indice di criminalità violenta è superiore a quello dell’hinterland milanese, di Pavia e di Varese. Nei paesi di provincia di Bergamo, Mantova, Cremona, Como, Lecco e Sondrio al contrario si può stare molto più tranquilli che rispetto ai relativi capoluoghi.
Concentrazione di violenza nelle aree urbane
“Questa concentrazione di criminalità violenta nelle aree urbane riflette le dinamiche socio-territoriali tipiche dei centri urbani, caratterizzati da densità abitativa più elevata, maggiore diversificazioni socio-economica e una più ampia gamma di situazioni che possono favorire conflitti e tensioni sociali”, spiegano i ricercatori. “La distribuzione della criminalità violenta nelle aree urbane non è solo una questione di densità abitativa, ma anche di disuguaglianze sociali e precarietà economica – traduce Matteo Forte, Fratelli d’Italia, presidente della Commissione regionale Affari istituzionali, sede in cui è stato presentato e analizzato lo studio sulla delinquenza in Lombardia –. Le politiche di sicurezza devono affrontare le cause profonde di questi fenomeni, contrastando le forme di ghettizzazione, garantendo una presenza più costante dello Stato”. Milano è anche la città con il più alto indice di criminalità appropriativa, cioè furti e scippi. Dietro ci sono Bergamo, capitale dei colpi in casa, Pavia, Brescia. Di contro Sondrio si segnala per i pochi casi, come in tutta la Valtellina.
Anche le province, nell’ordine, di Milano, Pavia, Brescia e Bergamo sono ad alto tasso di reati predatori, ma in generale nei paesi ladri e scippatori fanno meno paura, sebbene in alcuni territori, come Como, Monza, Brescia e Pavia i tassi di furti in abitazione sono più elevati per le province dei rispettivi capoluoghi. “I dati – sottolineano sempre i ricercatori – evidenziano una concentrazione del rischio criminale nei centri urbani principali, dove una maggiore densità demografica, di attività economiche e commerciali e consistenti flussi di persone rendono i capoluoghi un polo più attrattivo per reati appropriativi rispetto alle zone periferiche”.