LUCA BALZAROTTI
Cronaca

Lombardia senza giovani: l’inflazione gela le nascite peggio dei tempi di guerra. Boom di anziani: +20%

Nel 1943 dichiarati alle anagrafi 100.547 parti: 80 anni dopo solo 65.659. Dal 2014 il trend della popolazione tra 15 e 34 anni crolla nella metà delle province

Le nascite rispetto al 1943 sono 34.888 in meno in Lombardia

Le nascite rispetto al 1943 sono 34.888 in meno in Lombardia

Milano – Era il 1943, Seconda guerra mondiale: le dichiarazioni agli uffici anagrafe dei Comuni contavano 100.547 nascite. Ottant’anni dopo le certificazioni sono crollate: 65.659 in dodici mesi (Ufficio Studi Cgia su dati Istat). Sono 34.888 in meno nella Lombardia dell’inflazione e del caro-vita rispetto al periodo bellico. Nella maggior parte delle province i nati sono diventati meno della metà: 7.357 a Bergamo, 8.624 a Brescia, le stesse che nel 1943 arrivavano a 16.156 e 18.242. Quasi un terzo di 80 anni fa a Como (3.748 contro 9.584), Cremona (2.232 rispetto a 6.396), Mantova (2.578 invece di 6.969) e a Sondrio (1.132, 3.271 nel ’43). Dimezzate a Pavia (3.251 rispetto a 6.474), mentre Varese (5.503 contro 7.153) e Milano (21.916 invece di 26.302) contengono la crisi in una regione che si scopre più anziana: nel 2033, secondo l’Istat, gli over 65 saranno 2,8 milioni (+20,7%), gli ultraottantenni 897mila (+18,2%).

Negli ultimi dieci anni, la popolazione tra i 15 e i 34 anni è diminuita in una provincia su due. Sondrio ha perso più giovani: 37.659 nel 2014, 36.227 nel 2024. Un saldo di -1.432, con una variazione negativa del 3,8%. Cremona ne ha lasciati 1.607, -2,2%, scendendo da 72.027 a 70.420. Al terzo posto c’è Mantova, passata da 81.595 a 80.382 (-1.213, l’1,5% in meno). La crisi demografica ha colpito alternativamente le aree più a nord e più a sud della regione: dieci anni fa Varese contava una popolazione di 177.663 15-34enni, scesa a 175.342 (-2.321, -1,3%). Lecco è passata da 68.323 a 67.663 (-660, -1%), Lodi da 47.444 a 47.091 (-353, -0,7%). Brescia, Bergamo e Como presentano un trend pressoché stabile. A Brescia i 265.631 giovani del 2014 sono diventati 265.285, 346 in meno (-0,1%). A Como lo scenario è immutato: 29 in più in dieci anni (da 121.160 a 121.189) non hanno una rilevanza statistica. Bergamo cresce senza incidere (+0,4%): 909 in più, da 235.520 a 236.429.

Il bilancio è solo un po’ più positivo a Pavia: la fascia 15-34 anni conta 105.375 cittadini, lo 0,8% in più del 2014 (104.513, +862). Monza, invece, è la prima e unica a crescere ad eccezione di Milano (un caso a sé): in Brianza l’incremento giovanile è del 3,1% (+5.396), da 172.487 a 177.883. Il capoluogo regionale (soprattutto) e i Comuni della Città metropolitana migliorano del 10,1% la presenza di 15-43enni: erano 628.401 nel 2014, oggi sono 692.057, 63.656 in più. Il risultato, da solo, sposta l’intera Lombardia nella colonna “positiva“ con 2.075.343 giovani, un balzo di 62.920 (+3,1%) che nasconde la fotografia reale della maggior parte delle province.