GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

La Lombardia potrebbe passare in zona arancione prima di Pasqua: ecco perché

Fontana: dati in lieve miglioramento. Possibile cambio dal 29 marzo al 2 aprile: per 5 giorni riaprirebbero scuole, negozi, parrucchieri ed estetisti

Lombardia in zona arancione

Milano - La Lombardia potrebbe tornare arancione nei giorni immediatamente a ridosso di Pasqua. Il condizionale è d’obbligo ma una speranza c’è: i dati relativi ai contagi fanno infatti intravedere un lieve miglioramento.  A confermarlo, pur senza  perdere in cautela,  è il presidente della Regione, Attilio Fontana: "Non anticipo niente: posso dire che vedo qualche leggero miglioramento. Mi auguro che ci sia la possibilità di passare all’arancione anche per dare un po’ di respiro ai lombardi".

Date e numeri, allora. Il cambio di colore  potrà essere deciso soltanto venerdì 26 marzo, quando l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute valuteranno la situazione epidemiologica delle varie regioni. Se la Lombardia dovesse superare l’esame, entrerebbe in zona arancione a partire da lunedì 29 marzo e vi resterebbe fino a venerdì 2 aprile. In tutto sarebbero cinque giorni di restrizioni allentate. Nei tre giorni successivi – Sabato Santo, Pasqua e Pasquetta – tutta l’Italia sarà in zona rossa. Quanto ai dati, secondo il bollettino Covid di oggi, decresce l’incidenza dei nuovi casi: nelle ultime 24 ore la percentuale di tamponi positivi sul totale dei tamponi effettuati è risultata pari all’8,6%, mentre lunedì era al 10,1% e venerdì al 10,2%.

Col  passaggio in arancione – in quei cinque giorni prima della Pasqua - riaprirerebbero i nidi, tornerebbe la didattica in presenza per almeno il 50% degli studenti, riaprirebbero i negozi, i parrucchieri e gli estetisti. Nulla cambierebbe per bar e ristoranti, costretti all’asporto esattamente come in zona rossa. Verrebbe meno l’obbligo dellautocertificazione per motivare i propri spostamenti, ma ci si potrebbe spostare solo all’interno del Comune di residenza. Si potrebbe far visita a parenti e amici ma solo una volta al giorno, spostandosi in non più di due persone, under 14 esclusi, verso una sola abitazione privata e a patto che questa sia nello stesso Comune in cui si risiede.

Discorso a parte per i piccoli centri: a chi vive in un Comune che ha fino a 5mila abitanti è  consentito spostarsi entro un raggio di 30 chilometri dal confine del proprio municipio, anche per le visite ad amici o parenti, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia. Invariato il coprifuoco: divieto di spostamento dalle 22 e fino alle 5 del mattino, nelle grandi città come nei piccoli centri, salvo casi di comprovate urgenze, motivi di lavoro o di salute.