Spostamenti tra Comuni: nuova stretta del Governo. E torna l'incubo lockdown a Natale

Italia 'rossa' o arancione' durante le festività? Di nuovo a rischio le aperture di bar e ristoranti, restrizioni per i centri commerciali

Passeggio in piazza Duomo per lo shopping di Natale

Passeggio in piazza Duomo per lo shopping di Natale

Milano, 15 dicembre 2020 - Ci siamo, nuova stretta in arrivo dal Governo per quanto riguarda le festività di Natale e Capodanno. L’obiettivo è chiudere entro mercoledì. Il Cts ieri, incontrando il premier Conte, è stato chiaro: bisogna ridurre la mobilità, pena una terza ondata che i tecnici dell’Iss annunciano potrebbe essere "molto dolorosa". Concetti ribaditi oggi in una nuova riunione fiume che ha sostanzialmente confermato la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono le feste. Ora ci sarà un nuovo incontro a palazzo Chigi con i capidelegazione di maggioranza e i ministri direttamente coinvolti e quindi si arriverà entro la giornata di domani a un incontro con le Regioni e le Province autonome e a un altra riunione di maggioranza dopo la quale il governo, maturata una linea e una bozza di testo di massima, sentirà l’opposizione. A quel punto, sciolti gli ultimi dubbi, scatterà l’ora delle scelte. E i lombardi sono molto preoccupati, perché solo da tre giorni la loro regione è passata dalla zona arancione a quella gialla.

Italia 'arancione' o 'rossa per le feste?

I ministri Speranza e Boccia auspicano in un blocco unico ‘"alla tedesca", dal 24 dicembre al 1° gennaio compreso (9 giorni) o addirittura fino al 6 gennaio (14 giorni). Ma è abbastanza difficile che una misura così estrema e lunga, specialmente la seconda, passi. Più probabile che si scelga una linea più soft e, quindi, non fare ricorso a zone rosse ma arancioni con un blocco dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi il 5 e 6 gennaio (10 giorni totali). Resterebbero in ogni caso confermate le misure quadro del Dpcm del 3 dicembre e quindi l’inviolabilità dei confini regionali dal 21 dicembre al 6 gennaio, fatte salve le necessità di lavoro, sanitarie o le urgenze e il diritto di rientrare al proprio domicilio o residenza. E fatta salva la deroga per i piccoli comuni confinanti, sui quali anche gli esperti del Cts hanno dato sostanziale ok.

Nuovo lockdown per bar, ristoranti e negozi

L’ipotesi che si sta discutendo in queste ore è quella di optare per un innalzamento temporaneo e omogeneo per tutto il territorio nazionale al livello arancione. Questo, pur chiudendo i confini comunali, consentirebbe di tenere aperti i negozi, i parrucchieri/estetisti e gli altri servizi alla persona mentre i ristoranti e le altre attività di ristorazione, compresi bar, pasticcerie e gelaterie, sarebbero aperti esclusivamente per la vendita da asporto, consentita dalle 5 alle 22, e per la consegna a domicilio, consentita senza limiti di orario. E i commercianti in rivolta nei cortei gridano all’incubo 'bancarotta'. Il governo vorrebbe aggiungervi un allungamento del ’coprifuoco’ che potrebbe scattare alle 20, almeno dal 25 al 6 di gennaio (per dare fino al 24 la possibilità ai negozianti di smaltire la forte domanda di acquisti natalizi e consentire comunque la messa di Natale il 24). Probabile anche una chiusura dal 24 al 3 gennaio dei centri commerciali, esclusi i supermercati, i tabaccai, le edicole e le farmacie/parafarmacie che si trovano al loro interno. Sempre chiuse le aree sciistiche, sospese anche le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali. Se l’Italia diventerà zona arancione, o peggio, zona rossa con conseguente lockdown, scatteranno nuovi aiuti alle categorie penalizzate, su questo il ministro dell’Economia Gualtieri ha già dato disco verde. Il problema è quanto riconoscere. 

Fonta e Sala: "Ci vuole prudenza"

"Questi assembramenti rischiano di mettere in gioco tutta la fatica fatta in questi mesi – ha sottolineato  il presidente della Regione, Attilio Fontana – sono un po’ preoccupato, anche perché a gennaio dovrebbe iniziare la fase della vaccinazione e in quel momento non possiamo permetterci nessun tipo di recrudescenza del virus". Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha affrontato l’argomento. "Ci vuole prudenza in questo momento ma non dobbiamo essere manichei, rischiamo di passare dal liberi tutti a richiudere tutto. Se diciamo che bisogna fare ripartire i consumi e se il governo lancia l’operazione cashback, poi non se la può prendere con i cittadini se escono".