
Gino Strada con la figlia Cecilia in una foto d'archivio
"Questa settimana ho troppo da fare, ma settimana prossima prometto che trovo due ore per parlare con l'avvocata e arrivo, ragazzi, arrivo da tutti. Seavete condiviso bufale senza pensarci, vi consiglio di trovare anche voi due ore per la vostra avvocata, perché ho un sacco di voglia di finanziare un pò di soccorsi in mare con i vostri soldi". Con queste parole, Cecilia Strada dichiara guerra alle fake news e a chi le condivide.
A poco più di un mese dalla morte del padre, la figlia del fondatore di Emergency si è sfogata con un lungo post su Facebook in cui non ha risparmiato colpi a tutti quelli che hanno diffuso fake news sul conto di Gino Strada. Per lui non ci sono state solo migliaia di persone in coda davanti alla sede di Emergency per un ultimo saluto, ma anche tanti haters. E di questi parla la figlia: «Avevo pensato di dare una serie di risposte collettive, informative ed educative, a tutte le bufale su mio padre, Gino Strada, che mi sono state segnalate nelle ultime settimane (dalla vaccata della residenza in Svizzera alla bufala sui soldati italiani a Mosul, passando ovviamente per gli anni '70, il Katanga, Sergio Ramelli e diffamazioni varie che hanno già perso in un tribunale, ripeto che hanno già perso in un tribunale). Poi ho pensato che no, non ho il dovere di educare chi calunnia. Io sono responsabile di quello che faccio e dico. Gli altri devono fare lo stesso, anche quando inciampano in una bufala e anziché controllare - come faccio io prima di parlare - la fanno propria diffondendola».
Per questo Cecilia Strada, che fa parte del team di ResQ per il soccorso di persone nel Mediterraneo, ha deciso di rivolgersi a una legale: «E anche questo, in realtà, sarà educativo: insegnerà - scrive - a un pò di persone come si sta al mondo, che esistono le leggi, e che non si può diffamare a caso. Poi magari potete rivolgervi - per aiutarvi a pagare il risarcimento - a quelli che vi hanno riempito di bufale. Dubito vi aiuteranno, ma potete provare».