Plusvalenze e falso in bilancio, Juventus sotto inchiesta: indagati Agnelli e Nedved

Perquisizione nelle sedi della Guardia di Finanza: al vaglio bilanci dal 2019 al 2021 e documenti relativi alla compravendita di calciatori

Fabio Paratici e Andrea Agnelli insieme a Pavel Nedved

Fabio Paratici e Andrea Agnelli insieme a Pavel Nedved

Torino - Militari della Guardia di Finanza stanno eseguendo, su ordine della Procura, perquisizioni nelle sedi della Juventus a Torino e Milano. A darne notizia una nota della Procura in cui si sottolinea che i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Torino, delegati alle indagini, sono stati incaricati di reperire documentazione e altri elementi utili relativi ai bilanci societari approvati negli anni dal 2019 al 2021, con riferimento sia alle compravendite di diritti alle prestazioni sportive dei giocatori, sia alla regolare formazione dei bilanci. 

Allo stato, prosegue la nota, le attività sono volte all'accertamento di ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti del vertice societario e dei direttori delle aree business, financial e gestione sportiva. Sei gli indagati: secondo quanto si apprende sono il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici. Tra gli indagati, sempre secondo quanto si apprende, ci sono anche l'attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l'ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola e l'ex dirigente finanziario Marco Re. Il reato ipotizzato sarebbe quello del falso in bilancio.  Al vaglio, si precisa nella nota della Procura, vi sono diverse operazioni di trasferimento di giocatori professionisti e le prestazioni rese da alcuni agenti coinvolti nelle relative intermediazioni.

La Procura di Torino ha aperto l'indagine dopo che la Consob aveva avviato una verifica a luglio e dopo la relazione della Covisoc che aveva portato la Procura federale ad aprire un fascicolo. Secondo la Covisoc era necessario approfondire alcune operazioni di plusvalenze, in particolare quella relativa allo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona. Sotto la lente, un giro di circa 50 milioni. E inoltre ipotizzato a carico della società il profilo di responsabilità amministrativa da reato, previsto qualora una persona giuridica abbia tratto vantaggio dalla commissione di taluni specifici illeciti.

L'attività in corso è stata comunicata alla Consob e alla Procura federale della Figc. L'indagine, denominata "Prisma" è stata avviata nel maggio 2021 e affidata ai magistrati torinesi Ciro Santoriello, Mario Bendoni e al procuratore aggiunto Marco Gianoglio, che si sono avvalsi di intercettazioni.