
Le polveri sprigionate dai fuochi artificiali hanno inciso sulla qualità dell'aria (Archivio)
Milano, 3 gennaio 2025 – L’anno inizia col botto in molti capoluoghi lombardi: già nel primo giorno nella fascia padana si sono superati i limiti di polveri sottili. Complici i riscaldamenti accesi, l’inversione termica, ma anche i fuochi di fine anno per i festeggiamenti, a Brescia si è arrivati a una concentrazione media di 79 microgrammi/metro cubo di Pm10 (il limite di legge è 50, quello suggerito dall’Oms 25 è di 45), secondo le stime pubblicate sul sito di Arpa Lombardia. Valori alti anche a Bergamo (67), Pavia (90), Como (48), addirittura sopra i 100 microgrammi/mc per Cremona (115), Lodi (122), Milano (151) e Monza (117).
Ancora peggio è andata con le concentrazioni di Pm2.5, le polveri ultrasottili, per le quali attualmente non è previsto un limite medio giornaliero, ma che, secondo l’Oms, non dovrebbero superare le concentrazioni di 15 microgrammi/metro cubo. A Brescia il 2025 si è aperto con valori medi di 69, a Bergamo 65, 39 a Como, 32 a Sondrio (che solitamente ha una qualità dell’aria ottimale), a Cremona si è arrivati a 104, 109 a Monza, 127 a Milano.
I lati della medaglia
Dati che sono il prosieguo di un fine 2024 in cui la pianura padana è stata avvolta dalle polveri sottili, come sottolineato da Legambiente Lombardia. Va detto che l’anno appena concluso è stato uno dei più piovosi di sempre e questo ha permesso di ripulire l’aria. Il dato medio in miglioramento del 2024 nasconde però differenze tra città: decisamente male è andata Milano, che peggiora notevolmente il dato del 2023. Male anche la bassa Padana: Cremona si conferma come città più inquinata della Lombardia come, a seguire, gli altri capoluoghi della pianura.
“Le politiche per la qualità dell’aria dimostrano la loro efficacia nel tempo, ma si prenda atto che sono trainate dal quadro di regole dettate dalla UE – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – In questo scenario normativo, latita invece il protagonismo di regioni e città quanto a investimenti e azioni incisive. Se, nonostante i miglioramenti, la Pianura Padana resta l’area più inquinata d’Europa, è anche per la mancanza di una regia territoriale efficace per ciò che riguarda, ad esempio, le strategie di mobilità, il riscaldamento civile e le politiche agricole”.