Infermieri introvabili a Como e Varese, in fuga verso la Svizzera. Indennità e benefit per trattenerli

Como, mozione del Pd per arginare la perdita di operatori sanitari. Le cliniche elvetiche li pagano il doppio

Infermieri al lavoro

Infermieri al lavoro

È diventato un caso nazionale quello degli infermieri introvabili nelle province di Como e Varese, perché agli ospedali italiani preferiscono le cliniche svizzere, dove vengono pagati il doppio se non il triplo. Secondo i dati degli ordini professionali di riferimento, negli ultimi tre anni oltre 350 infermieri e medici hanno scelto di esercitare oltreconfine, un’emorragia che rischia di mandare in crisi la sanità lombarda, costretta a fare i conti con concorsi deserti e la necessità di ricorrere ad agenzie esterne e contratti a gettone per tappare i buchi. Ma anche così in tanti casi si è costretti a chiudere i reparti degli ospedali piccoli, penalizzando i cittadini.

Per questo i consiglieri regionali del Pd, Angelo Orsenigo e Maria Rozza, si sono messi al lavoro per preparare una mozione che preveda indennità di confine e contratti che valorizzino la professionalità dei camici bianchi, raccogliendo i suggerimenti dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Como e Varese e dai sindacati di riferimento. "La questione degli infermieri e delle ostetriche delle province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, in fuga verso la Svizzera, dove i nostri operatori sanitari possono ambire a retribuzioni da noi lontane anni luce, rappresenta un argomento da noi denunciato da mesi – sottolinea Antonio De Palma, presidente nazionale di Nursing Up –. Non dimentichiamo quale ruolo chiave riveste la Lombardia per tutta la sanità italiana. Abbiamo chiesto all’assessore al Welfare Bertolaso, attraverso il suo direttore generale, di farsi portavoce delle istanze dei professionisti sanitari, non solo a livello locale, ma anche per tutto il resto del Paese, intervenendo direttamente con il Governo centrale".

Tra le ipotesi su cui si sta lavorando, ci sono gli sgravi sugli affitti utili in particolare per attirare professionalità da altre regioni d’Italia, uno sconto sulla benzina e l’assegno di confine, previsto in passato per gli uomini delle forze dell’ordine assegnati nelle aree a ridosso della Svizzera. Provvedimenti che chiamano in causa la regione e lo Stato e andranno convertiti in leggi e regolamenti, insomma ci vorrà ancora parecchio tempo prima di riuscire a risolvere il grave problema.

A confermare la fuga degli infermieri italiani verso la Svizzera ci sono anche i dati raccolti dai singoli Cantoni: tra il 2020 e il 2022, il numero dei camici bianchi italiani che hanno scelto di lavorare in Ticino e nei Grigioni è raddoppiato.