Milano – Domande che superano il numero di quote fissate, migliaia di persone non entrano in Italia dopo aver ottenuto il visto. Non solo: solo poche delle domande esaminate, ottenuto il nulla osta, giungono a conclusione con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e il rilascio del permesso di soggiorno.
Un meccanismo che fa acqua da tutte le parti quello dei flussi, come raccontato nel dossier ‘La lotteria dell’ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del decreto flussi’ della campagna ‘Ero Straniero’, presentati al Senato da Giulia Gori (Fcei), Fabrizio Coresi (ActionAid) e Francesco Mason (Asgi). La campagna ha monitorato e verificato l’efficacia del sistema dei decreti flussi del 2022 e parte del 2023 per l’ingresso di lavoratori e lavoratrici dall’estero (unica procedura prevista per aziende e famiglie che vogliano assumere personale straniero) anche alla luce degli interventi normativi recenti, che vengono valutati dalla campagna sulla base di numeri reali.
Cosa accade, in sostanza, dopo i click day? La procedura prevede che il datore di lavoro, la cui domanda è rientrata nelle quote, riceva dallo sportello unico immigrazione della prefettura il nulla osta al lavoro e all’ingresso in Italia della persona che vuole assumere. Segue il rilascio del visto da parte del consolato italiano nel Paese di origine. Quindi lavoratrici e lavoratori possono fare ingresso in Italia e recarsi, entro 8 giorni, in Prefettura con i datori di lavoro per stipulare il contratto di soggiorno e chiedere il rilascio del permesso di soggiorno. Tuttavia, un numero consistente di domande non arriva al nulla osta, secondo passaggio della procedura per l’ingresso.
Per la Lombardia, su 23.388 domande totali del 2022 (di cui 13.554 dai click day), i nulla osta rilasciati sono stati 4.311: si tratta di migliaia di posti di lavoro perduti. Tra chi ottiene nulla osta e visto, poi, una quota cospicua non fa ingresso in Italia. Ciò che desta maggiore preoccupazione è, però, che i contratti di soggiorno effettivamente sottoscritti sono pochissimi rispetto alle quote stabilite. A livello lombardo , per il 2022 sono stati sottoscritti solo 1.199 contratti di soggiorno, di cui 466 stagionali. Di fatto, pochissimi lavoratori e lavoratrici, dunque, che entrano in Italia riescono a stabilizzare la propria posizione lavorativa e avere i documenti, mentre la maggior parte, impiegata dalle aziende col solo nulla osta, una volta terminato tale impiego, è destinata a scivolare in una una condizione di irregolarità e quindi di estrema ricattabilità e precarietà.