Un’altra bandiera dell’imprenditoria italiana e lombarda si ammaina dalle ciminiere di una fabbrica. La famiglia Moratti annuncia la cessione del 35% delle quote di Saras all’olandese Vitol. In base all’intesa gli azionisti uscenti si impegnano a vendere a un prezzo di 1,75 euro ad azione. Un valore di poco al di sotto di quello della chiusura di venerdì, a 1,79 euro, dato che premia per gli azionisti il valore di borsa cresciuto del 21% nell’ultimo anno e in particolare nell’ultima settimana. Saras a maggio aveva anche pagato un dividendo di 0,19 euro ad azione. Se l’operazione dovesse concludersi dopo la nuova cedola, il controvalore sarà decurtato dal prezzo di vendita. Con questa quotazione, Saras vale 1,7 miliardi di euro. E quindi il prezzo delle quote dei Moratti che transiteranno a Vitol è di poco meno di 600 milioni di euro. Ora, in prospettiva si profila l’uscita da Piazza Affari, segmento Euronext, dell’azienda petrolifera, uno dei simboli dell’imprenditoria lombarda. A spiegare l’operazione, sulla quale da giorni circolavano indiscrezioni, è Massimo Moratti, presidente e amministratore delegato della società. "Dopo 62 anni dalla sua fondazione avvenuta a opera di mio padre, con i miei nipoti Angelo e Gabriele e i miei figli Angelomario e Giovanni, ho ritenuto che la miglior garanzia per il futuro successo della raffineria di Sarroch fosse l’aggregazione con un primario operatore industriale del settore energetico globale, quale è Vitol, dotato di risorse relazionali, finanziarie e manageriali necessarie per competere nell’attuale contesto di mercato internazionale". Moratti si dice convinto che "questa operazione sarà positiva per gli azionisti, le maestranze e i clienti – prosegue –. Saras è una società solida e profittevole". I compratori sono sostanzialmente una società commerciale, una delle più grandi che si occupano di acquisto, gestione e logistica energetica. L’azienda olandese, con oltre 1.300 dipendenti e un azionariato diffuso, gestisce 250 petroliere e fattura ogni anno oltre 231 miliardi di dollari, con sedi in 40 Paesi al mondo. Un profilo di compatiblità con la Saras, che da sempre si occupa di raffinazione. Russell Hardy, amministratore delegato di Vitol, conferma i piani: "La nostra ambizione è quella di investire in una forte società italiana nel settore dell’energia, gestita da un management locale autonomo e supportata dall’esperienza e dall’accesso al mercato di Vitol. Apprezziamo l’importanza di Saras in Sardegna, e nel Paese più in generale, e ci impegniamo a portare avanti l’eredità della famiglia Moratti di gestione diligente, operazioni sicure e supporto alla comunità locale e ai dipendenti. Le attività di Saras - prosegue - sono ben complementari al core business di Vitol e questa operazione rafforzerà la sicurezza energetica europea e migliorerà l’approvvigionamento di un impianto chiave nel settore energetico europeo".
Fu Angelo Moratti, storico presidente dell’azienda e dell’Inter, come il figlio Massimo, a inaugurare la grande raffineria in Sardegna, tuttora cuore della produzione. A varale lo stabilimento di Sarroch, vicino a Cagliari, nel 1966, l’allora ministro dell’Industria Giulio Andreotti. Dopo lunghi anni di presidenza di Gian Marco Moratti, scomparso nel 2018, a prendere le redini fu il fratello Massimo. La raffineria, una delle principali del Mediterraneo, ha una capacità di 300mila barili al giorno. Il gruppo occupa circa 1.500 dipendenti.
Paolo Verri