
Green pass
Il 20 agosto: a partire da questa data si potrà avere un primo riscontro dell'effetto delle nuove misure legate al Green pass sulla curva epidemiologica in Italia. La prima stretta sulla certificazione verde è scattata lo scorso 6 agosto quindi bisognerà ancora attendere qualche giorno per trarre un primo bilancio dell'effetto delle nuove normative, tenendo conto che un ulteriore giro di vite scatterà da settembre, quando il pass diventerà obbligatorio anche per il personale scolastico e universitario, gli studenti degli atenei e per viaggiare su treni, navi e aerei a lunga percorrenza.
- Cosa potrebbe accadere
- Il bollettino Covid di oggi
- Ondata 10 volte più lenta
- Il ruolo del vaccino
- Le due Italie
- Zona gialla: chi rischia
Nuovo decreto: green pass obbligatorio per personale scuola.Treni, navi e aerei: le regole
Cosa potrebbe accadere
"Ci aspettiamo un beneficio importante, che dovrebbe mostrare i suoi effetti dopo Ferragosto – ha detto il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) -. Considerando che il provvedimento è in vigore dal 6 agosto, intorno al 20 agosto potremo dire qual è l'effetto di questo metodo di controllo".
Contagi, ricoveri e decessi: il bollettino Covid di oggi
Oggi, stando ai dati del bollettino del'11 agosto, continua a salire il numero dei nuovi casi di coronavirus in Italia. Sono stati 6.968 nelle ultime 24 ore, a fronte dei 5.636 di ieri; diminuisce il numero dei tamponi (230.039 oggi contro i 241.766 di ieri) per cui il tasso di positività sale al 3% (ieri era al 2,3%). I morti delle ultime 24 ore sono stati 31 (come ieri), per un totale che sale a 128.304 da inizio pandemia. Aumentano anche i ricoverati con sintomi, di 68 unità (per un totale di 2.948) e i pazienti in terapia intensiva, di 15 unità (337 in totale con 40 ingressi del giorno: ieri erano stati 26).
Ondata 10 volte più lenta di quella di ottobre 2020
Numeri che – confrontati con quelli dell'ondata di ottobre 2020 – sembrano mostrare un andamento diverso, sul lungo periodo. Battinston rileva infatti che l'attuale ondata dell'epidemia di Covid-19 sta procedendo 10 volte più lentamente rispetto all'ondata dell'ottobre 2020. "Osserviamo che tra fine giugno e l'inizio di luglio- dice Battiston - il numero dei nuovi infetti ha iniziato a crescere fino a superare quello dei guariti ed è quindi ripresa la salita degli infetti attivi, che nell'arco di un mese sono aumentati da circa 40.000 a oltre 110.00". Rispetto alla risalita della curva dell'ottobre 2020, però si osservano due differenze fondamentali: la prima, rileva, è nel fatto che i nuovi casi di infezione aumentano con un ritmo almeno 3 volte più lento rispetto a quanto accadeva nell'ottobre 2020 e, degli infetti registrati, solo un terzo finisce in ospedale. "Alla luce di questi elementi possiamo dire che questa ondata epidemica è circa 10 volte meno intensa rispetto a quella dell'ottobre 2020" e "quindi con un impatto molto inferiore sul Servizio sanitario nazionale", dice Battiston.
Il ruolo del vaccino
Il rallentamento si deve soprattutto al numero dei vaccinati: sono 72.701.822 le dosi di vaccino contro il Covid somministrate in Italia, il 94.9% di quelle consegnate al nostro Paese, pari a 76.586.389 dosi. A livello regionale, la Lombardia è la regione più virtuosa, facendo registrare il 98,2% del rapporto tra dosi somministrate e dosi consegnate. Seguono le Marche (97,3%) e la Puglia (96,3%). In coda alla 'classifica' troviamo la Provincia Autonoma di Bolzano (86,7%), la Calabria (89,4%) e il Friuli-Venezia Giulia (91,9%). Le somministrazioni sono state effettuate nei 2.812 principali punti di tutta Italia. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 35.015.123, il 64,83% della popolazione over 12.
Le due Italie
"Viviamo una situazione nella quale ci sono due Italie: una vaccinata che corrisponde a più di due terzi della popolazione e quella che corrisponde a meno di un terzo di non vaccinati" ed infatti "vediamo che, rispetto ad ottobre 2020, tre volte meno persone, in proporzione, vanno in ospedale".
Zona gialla: quali regioni rischiano
A livello di regioni, la situazione dell'epidemia è eterogenea, con regioni in cui i ricoveri in terapia intensiva iniziano ad avvicinarsi al livello della zona gialla, come Sardegna, Sicilia, e 21 province con un'incidenza settimanale superiore a 100 casi su 100.000 persone. Fra queste Cagliari e la Sardegna del Sud, Caltanisetta, Ragusa, Rimini, Pistoia, Lucca e Livorno.