Luisa Pozzoli e la patente rinnovata a 94 anni: "Correvo a Monza, unica donna in pista"

Nata a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi), oggi vive a Gravellona Lomellina (Pavia). Otto decenni passati al volante. Prima fu un asso delle corse, oggi resta un'automobilista inossidabile

Luisa Pozzoli, il sorriso di chi ha ben saldo il volante in mano

Luisa Pozzoli, il sorriso di chi ha ben saldo il volante in mano

Gravellona Lomellina (Pavia) - Una passione smisurata per le auto. Un fatto che non sarebbe un granché se non fosse che ha imparato a guidare quando ancora non aveva la patente e soprattutto perché il permesso gli è stato rinnovato pochi giorni fa consentendogli di continuare a muoversi per il paese, quando ha spento 94 candeline. La storia di Luisa Pozzoli è davvero singolare: nata a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi) vive a Gravellona Lomellina da diversi anni dopo il matrimonio con un ingegnere lomellino che ha conosciuto, rivela, "perché era un cliente del mio negozio". Nella sua vita non ha guidato soltanto in strada ma ha gareggiato quando le donne-pilota erano pochissime.

Nella sua casa conserva ancora alcuni trofei ma sono i ricordi quelli che occupano lo spazio maggiore. Perché in quegli anni una donna al volante, e ancora di più una donna in pista, era una vera rarità. "Ho imparato a guidare prima di ottenere la patente – ricorda – Lo facevo nel cortile della cascina di famiglia, quando mio zio andava a dormire. Era quello il momento nel quale io e i miei cugini iniziavamo a cimentarci al volante. Io mi divertivo moltissimo". Tutto nonostante le auto di allora fossero decisamente più difficoltose da maneggiare rispetto a quelle moderne e molto più pesanti. Luisa Pozzoli non si è fatta certo intimorire da questo aspetto. Ha atteso di diventare maggiorenne e poi lei, figlia di macellai, per l’epoca una famiglia benestante, è arrivato il momento delle gare.

"In quegli anni le donne che guidavano erano una rarità – ammette – ancora di più quelle che gareggiavano". Lei ha sempre preferito le Fiat ma ha utilizzato anche una Panhard Dyna, auto difficile da governare, in modo particolare in curva. Il suo circuito preferito è sempre stato quello di Monza. "Lì nel 1960 sono stata la donna meglio classificata nella Coppa della Federazione Internazionale Sport Automobilistico". Erano anni straordinari: per gareggiare non doveva mancare un guardaroba adeguato perché non era pensabile indossare lo stesso abito due volte. L’eleganza era un requisito irrinunciabile. Un problema che Luisa Pozzoli aveva affrontato rivolgendosi sempre alla stessa sarta che aveva il suo atelier in via Montenapoleone a Milano. Gareggiare per lei non è mai stato un problema e non lo erano nemmeno gli avversari: donne o uomini non c’era differenza.

L’obiettivo era fare il meglio possibile. Anche ricorrendo a piccoli trucchi. "In una gara in Sardegna – ricorda – la vincitrice designata avrebbe dovuto essere una contessa francese. Glielo lasciai credere andando piano nelle prove. Lei ci cascò: in gara le ho rifilato 9 secondi di distacco. Ci è rimasta male...". L’aneddotica, come si può immaginare, è sterminata. "La mia prima gara in assoluto fu una Milano-Sanremo – racconta – L’Automobile Club Milano cercava tesserate femminili e ho partecipato. Da lì è nato tutto". Le gare in giro per l’Europa e anche qualche episodio curioso. "In Francia – eccone uno – ero andata molto bene, conquistando un ottimo piazzamento per il quale avevo ricevuto in premio: numerose casse di champagne tanto da riempire la mia auto. Quando però sono arrivata alla dogana con l’Italia me le hanno sequestrate tutte...".