Ghiacciaio della Marmolada, il nuovo crepaccio aumenta di dimensioni

Nel 'buco' continua a entrare acqua a causa delle alte temperature. Valanga del 3 luglio: la Procura di Trento concede il nulla osta per i funerali delle 11 vittime

Preoccupa il nuovo, profondo crepaccio che si è aperto ieri sul ghiacciaio della Marmolada, dove il 3 luglio scorso un crollo di vaste dimensioni aveva provocato la morte di 11 alpinisti. I tecnici della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento stanni monitorando la frattura, segnalata intorno alle 13.30 di ieri dal gestore del rifugio.

"E' stata notata una frattura nel ghiacciaio, alla destra rispetto al crollo del 3 luglio, una frattura che c'è sempre stata ma che forse è più larga del solito ed è stata soprattutto notata una grande quantità di acqua che entra in questo crepaccio. La temperatura era molto alta, era sui 16 gradi in quel momento, a quella quota", spiega l'ingegnere Mauro Gaddo della Protezione civile della Provincia autonoma di Trento, al lavoro fin dal primo crollo. La situazione viene monitorata con gli stessi strumenti istallati per monitorare il crollo della calotta, non si registrerebbero grandi evidenze di spostamenti se non del crepaccio che "da ieri e oggi sembra leggermente aumentato di dimensioni", conclude Gaddo.

Nel frattempo la Procura di Treno ha concesso il nulla osta per i funerali delle 11 vittime del crollo del 3 luglio. Le esequie si svolgeranno, in ordine sparso, questa settimana. Alle sei vittime identificate subito - tre veneti (Filippo Bari, Paolo Dani e Tommaso Carollo), una donna trentina (Liliana Bertoldi) e due turisti della Repubblica Ceca (Pavel Dana e Martin Ouda) - si erano poi aggiunti anche i nomi delle persone reclamate: i coniugi Davide Miotti ed Erica Campagnaro, i fidanzati Manuela Piran e Gianmarco Gallina, e il 22enne Nicolò Zavatta, il più giovane delle vittime e tra quelle riconosciute tramite Dna. Il bilancio definitivo della valanga di domenica 3 luglio è dunque di otto uomini e tre donne morti.

L'apertura del nuovo crepaccio ha però fermato le operazioni di ricerca dei resti delle undici vittime. Da ieri, sono fermi anche i droni del corpo nazionale del Soccorso alpino, che nei giorni scorsi avevano rinvenuto parti di attrezzature tecniche sulla colata di ghiaccio, roccia e fango. Le operazioni riprenderanno quando le condizioni permetteranno di lavorare in sicurezza. Nei giorni scorsi, gli strumenti di rilevazione che monitorano la calotta di ghiaccio hanno registrato piccoli crolli nella zona interessata dal disastro, con la caduta di un alcuni di blocchi di ghiaccio. I movimenti del ghiacciaio sono causati dalle temperature particolarmente alte degli ultimi giorni.