ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Milano, George Clooney contro il Brunei e... l'hotel Principe di Savoia

L'albergo a 5 stelle è del sultano che "lapida gay e adulteri". La direzione: "Mai discriminato"

George Clooney

George Clooney

Milano, 30 marzo 2019 - George Clooney ha chiesto pubblicamente, sul sito americano Deadline.com, di non soggiornare al Principe di Savoia, famoso 5 stelle di piazza della Repubblica, né in altri otto alberghi lussuosi in Occidente. Forse il servizio non gli garbava? Non c’entra. Il problema di questi hotel super-esclusivi è che sono di proprietà del sultano del Brunei. Un personaggio che al bello di Hollywood dal cuore sensibile non piace, come non piace a chi difende i diritti umani. Il sultano asiatico è finito nell’occhio del ciclone dopo la sua decisione di far entrare in vigore dal 3 aprile, nel suo Paese, un nuovo codice penale basato sulla sharia che prevede frustate a morte e lapidazione per gay e adulteri, oltre che taglio di mano e piede per i ladri.

L’hotel, con le sue 257 camere e 44 suite, è stato acquistato dal ricchissimo sultano – il suo patrimonio personale è di circa 20 miliardi di dollari – nel 2003. Era stato il gruppo americano Starwood a cederlo per 275 milioni di euro al Dorchester Group, la catena di lusso messa in piedi coi fondi della Brunei Investment Agency. Proprio l’agenzia contro cui l’attore di «Ocean’s Eleven» ha invitato a prendere posizione, con l’invito a boicottare i nove hotel di cui è proprietaria, tra cui l’Eden di Roma. «Begli hotel. Le persone che ci lavorano sono gentili e disponibili e non hanno niente a che fare con il proprietario... Ma ogni volta che vi soggiorniamo o organizziamo un meeting o una cena, stiamo mettendo soldi nelle tasche degli uomini che scelgono di lapidare e di uccidere i propri cittadini per il solo fatto di essere gay o accusati di adulterio», ha scritto Clooney.

Un appello ad andarsene è apparso anche fra le 1.227 recensioni Google sul Principe di Savoia. Firmato da Alexander Sierra. Una portavoce dell’albergo milanese ha dichiarato che «non risultano cancellazioni di prenotazioni» dopo l’appello di Clooney, precisando: «Il codice etico di Dorchester Collection (di cui fa parte l’hotel milanese ndr) ribadisce l’importanza dell’uguaglianza sociale e del rispetto. Inclusione e diversità sono alla base dei nostri valori, non tolleriamo alcuna discriminazione».