Tragedia della funivia Stresa-Mottarone: c'è un primo indagato

Proseguono gli accertamenti. In un filmato la cabina sussulta e torna indietro. Le immagini riprese dalla telecamera collocata nella stazione di monte. Il pm Olimpia Bossi: "Presto acquisiremo nuovi documenti"

La funivia del Mottarone precipitata

La funivia del Mottarone precipitata

Stresa (Vco) - Ci sarebbe solo un nome, al momento, nel registro degli indagati, per l'incidente della funivia del Mottarone nel quale domenica sono morte 14 persone, tra cui due bambini. A quanto riferito, si tratta di un dipendente della Ferrovie del Mottarone Srl, la società che gestisce la funivia. L'uomo è assistito dall'avvocato Annamaria Possetti. 

Nelle scorse ore i carabinieri hanno convocato vari dipendenti della struttura, almeno sei o sette, per ascoltarli su quanto accaduto e sul funzionamento dell'impianto. Gli occhi degli inquirenti che stanno lavorando sullo schianto della funivia Stresa-Mottarone di domenica, in cui hanno perso la vita 14 persone, sono puntati sui video - ce ne sarebbero cinque - che hanno ripreso l'incidente, da diverse inquadrature e in diversi momenti. Oggi la pm titolare del fascicolo Olimpia Bossi ha fatto il punto sull'inchiesta. "La cabina era sostanzialmente arrivata al punto di sbarco - ha detto il magistrato - si vede che sussulta e torna indietro", aggiungendo però che "la visuale è limitata alla zona dell'arrivo".

Si lavora anche all'ipotesi del mancato funzionamento della cosiddetta "forchetta". Ma cos'è la forchetta? "La forchetta - ha detto ancora il pm Bossi - è un meccanismo che fa parte del sistema di blocco e sblocco della cabina e se sia stato inserito o meno dovrà essere accertato". Anche questo dettaglio, però, al momento non si vedrebbe dai video. 

Intanto l'assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha ricostruito la dinamica dell'incidente. "E' possibile che il cavo si spezzi, non è possibile che i freni non funzionino", spiega Gabusi. "La cabina quindi è tornata indietro, si stima in 13-14 secondi a oltre 100 km/h. Cosa ancor più drammatica visto che probabilmente in quei secondi le persone erano lucide". Non ci dovrebbe essere stato nessun urto sul pilone, spiega l'assessore piemontese. Ma avvicinandosi al pilone "la pendenza aumenta, andando verso valle, e visto che la cabina è solo appoggiata sul cavo portante e vista la velocità imperiosa ha fatto da trampolino".

Riguardo alla questione indagati, il procuratore, rispondendo a chi chiedeva se avesse già ipotizzato quanti fossero all'incirca, ha risposto: "è inopportuno fare i numeri. Dipenderà dal risultato delle acquisizioni documentali" che verranno fatte nei prossimi giorni, quando si spera "di avere un quadro più chiaro". Il magistrato ha spiegato che la mole di documenti che si andrà ad acquisire e che si aggiunge a quelli già sequestrata, dovrà essere valutata, per poi individuare "i soggetti rispetto ai quali ipotizzare un profilo di responsabilità".

Prima di ciò va ancora sciolto il nodo della proprietà dell'impianto e stabilire se sia di Regione Piemonte o Comune di Stresa o se sia di entrambe. Intanto inquirenti e investigatori stanno vagliando se convocare già alcune persone, soprattutto gli addetti all'impianto, come persone informate sui fatti. La loro testimonianza potrebbe essere utile in vista della consulenza tecnica affidata agli ingegneri del Politecnico di Torino. "Vorrei che facciano un primo sopralluogo a breve" per una prima analisi di quel che rimane della cabina che, ha aggiunto "non è facile rimuovere con i mezzi normali. Spero che i vigili del fuoco trovino una soluzione". 

Rimane per ora contro ignoti il fascicolo aperto dalla Procura di Verbania per il tragico schianto della Funivia del Mottarone in cui domenica hanno perso la vita 14 persone. Difficile immaginare i tempi dell'indagine che il procuratore Olimpia Bossi, che affianca il sostituto Laura Carrera, ha affidato alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri. Proprio i militari stanno continuando senza sosta gli interrogatori. "Si prosegue a oltranza, vogliamo avere un quadro preciso" spiega una fonte che dal pomeriggio, intorno alle 17, sta ascoltando i testimoni.

Sotto esame c'è, tra l'altro, il video di pochi secondi registrato dalla telecamera collocata nella stazione di monte, che mostra l'accaduto. Acquisiti anche i filmati registrati nei giorni precedenti l'incidente. I militari dell'Arma, infatti, in queste ore stanno acquisendo la documentazione amministrativa che, come ha spiegato il pm, consentirà di stabilire quali sono le persone che entrano nell'inchiesta. Da sciogliere c'è anzitutto il nodo della proprietà, che il sindaco di Stresa Marcella Severino sostiene essere ancora in capo alla Regione Piemonte, dato che non sarebbe stata completata la procedura di cessione prevista dall'accordo di programma stipulato nel 2014. E poi il ruolo delle diverse società coinvolte, nella gestione e nella manutenzione dell'impianto.

Nel frattempo al Mottarone, dove ieri la pioggia è caduta abbondante per tutto il giorno e oggi fa capolino il sole, la funivia è sotto sequestro e la zona è transennata. La cabina precipitata, attualmente coperta da un telo, dovrà essere rimossa, impresa non semplice perché si trova in un punto impervio. Il relitto, con i cavi e il materiale recuperato, saranno oggetto delle perizie che il magistrato affiderà probabilmente al Politecnico di Torino.

L'INTERVISTA - L'esperto: "In Italia impianti vecchi. I controlli? Dopo i morti"