MICHELE MEZZANZANICA
Cronaca

Francesco Pagani, il personal shopper del vino: "Così creo le cantine dei vip"

Il 39enne è un 'wine advisor': va a caccia di bottiglie rare e ricercate per conto di clienti facoltosi. La sua professionalità al servizio anche delle aziende

Francesco Pagani, sommelier e wine advisor

Milano, 7 dicembre 2020 - Chi ha il pane non ha i denti, si dice. Ma se si tratta di vino i denti non servono, serve se mai qualcuno che sappia introdurti e ben consigliarti, parlando di un prodotto che può valere pochi spiccioli come migliaia di euro. Qualcuno come Francesco Pagani, 39 anni, professione wine advisor. A lui si rivolgono clienti facoltosi a caccia di bottiglie ricercate, per la propria cantina personale o per un regalo particolare, ma anche aziende, per eventi di alto livello con clienti e fornitori oppure per team building a tema.

Pagani, qual è il suo cliente tipo? "Professionisti e imprenditori, ma capitano anche personaggi dello spettacolo e dello sport, oppure qualche politico. Persone che vogliono creare una cantina ricercata, da consumo o da investimento. Clienti che mediamente fanno ordini di 15-20mila euro, ma mi è capitato di gestire un acquisto da quasi 100mila euro". In cosa consiste esattamente il suo ruolo? "Conosco il mercato, so dove trovare bottiglie rare e ricercate, pagandole il giusto prezzo. Qualcuno mi chiede invece di organizzare tour nelle cantine più rinomate, dove poter arrivare non è solo una questione di soldi ma soprattutto di conoscenze. Mi chiamano anche aziende, per organizzare team building in location di prestigio con caccia al tartufo e potatura in vigna". Qualche richiesta particolare che ha dovuto soddisfare? "Un cliente di religione ebraica mi ha chiesto di condurre una degustazione di vini kosher, nell’ambito di una cena kosher che ha un suo rituale particolare. Un’altra volta, invece, mi è stato chiesto di abbinare un vino per ciascuno dei quattro atti di una pièce teatrale che narrava una storia d’amore tra un soldato e un’infermiera nella Prima Guerra Mondiale". Quali sono i vini più ricercati? "Tra i francesi, lo Champagne ha un fascino che non tramonta mai, così come Borgogna e Bordeaux; ultimamente c'è una riscoperta del Giura, piccola regione enologicamente molto interessante. In Italia, i vini toscani hanno sempre ottime quotazioni ma negli ultimi anni c'è stato un vero e proprio boom delle Langhe, trainate da Barolo e Barbaresco". Com’è arrivato a fare questo lavoro? "Sono cresciuto in una famiglia dove cibo e vino erano molto considerati, fin da ragazzo ho sviluppato l’amore per l’enogastronomia. Sono diventato sommelier e nel 2011 ho cominciato a collaborare con 'Vino&Finanza', gestivo per loro l’Atelier del Vino (l’esclusiva enoteca fondata da Christian Roger a due passi da Piazza Affari, ndr). Da lì ho cominciato a costruirmi il mio portfolio clienti". Il Covid ha influito sulla sua attività? "Sono diminuiti gli eventi, anche se proprio poche settimane fa ho organizzato per una banca un aperitivo in streaming con 60 persone, mentre sono aumentate le richieste dei privati. Si esce meno, non si va più al ristorante; si comprano grandi vini da apprezzare tra le mura di casa".