Milano, 5 novembre 2017 - In Lombardia nel 2017 sono andati in fumo 4.322 ettari di foreste e prati. Bruciano i boschi da Sondrio a Como, passando da Brescia, Varese e Pavia. E spegnere quegli incendi, anche a causa della riforma Madia e dello smantellamento della Guardia forestale, è sempre più difficile. Le conseguenze? Disastrose. In tutta la regione, da gennaio a oggi, gli incendi sono stati 234. «Le province più colpite sono state Brescia e Como con 56 roghi ciascuna», fa sapere l’assessore regionale alla Sicurezza e protezione civile Simona Bordonali, che non nasconde la preoccupazione.
Preoccupazione condivisa anche da Danilo Scipio, presidente dell’Associazione Unione forestali carabinieri e diritti (Unforced). «Siamo nel caos – denuncia – noi forestali riunivamo in una sola figura molte competenze: conoscevamo il territorio, facevamo prevenzione, sapevamo anche come intervenire se divampava il fuoco». E dopo l’accorpamento con carabinieri e Finanza? «Possiamo solo chiamare i vigili del fuoco». Non solo. Anche il personale è diminuito. «Prima i forestali erano 8.300 adesso siamo appena 6.500 – spiega Scipio -. In Lombardia, poi, la carenza di organico c’era già prima della riforma e adesso la situazione è drammatica». Qui in campo ci sono 350 persone. E poi l’affondo. «Il ministro Martina ha detto che in Italia ci sarebbe stata la più grande forza di polizia per la tutela dell’ambiente d’Europa ma la realtà è tutt’altra». Negativo anche il bilancio della spending review. Da mesi una trentina di fuoristrada Defender e una ventina di Panda 4x4 acquistate dalla Regione e date in comodato d’uso alla Forestale sono fermi in garage.
Il motivo? Hanno targhe civili e quindi non sono utilizzabili per compiti militari. Stesso destino anche per gli elicotteri usati dalla Forestale per spegnere gli incendi. «Sono scaduti i tagliandi e non viene fatta la manutenzione. Ora lo Stato – spiega Scipio – noleggia Canadair e velivoli privati». Ma i problemi non finiscono qui. Anche i circa 600 lavoratori che la Regione, tramite Ersaf e i consorzi forestali, impiegava per fare prevenzione sul territorio si sono visti diminuire drasticamente le ore di lavoro. La ragione? «I soldi ci sono – spiega Giancarlo Venturini, segretario della Flai Cgil Lombardia - ma fin dal 2009 il governo Monti ha imposto un tetto vincolante alle spese». Come superare tutto questo? Le speranze sono affidate ai lavori della Camera. In Commissione si lavora alla revisione della riforma Madia. Luca Marco Comellini, del Partito per la tutela dei diritti dei militari con il deputato M5S Massimiliano Bernini hanno inviato la richiesta di «assorbire i carabinieri nella polizia e di smilitarizzare la Finanza».