
Papa Francesco
Città del Vaticano - Celebrazioni della Domenica delle Palme in piazza San Pietro. La Messa apre la Settimana Santa. Presenti circa centoventi fedeli, sull'altare una trentina di religiosi, tra cardinali concelebranti e cerimonieri. Omessa la tradizionale processione, per via delle norme anti-covid, i ramoscelli d'ulivo sono stati benedetti con i fedeli al loro posto tra le panche. "Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perché la grandezza della vita non sta nell`avere e nell`affermarsi, ma nello scoprirsi amati - ha detto durante l'omelia il pontefice dall'Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro -. E nella bellezza di amare. Nel Crocifisso vediamo Dio umiliato, l`Onnipotente ridotto a uno scarto. E con la grazia dello stupore capiamo che accogliendo chi è scartato, avvicinando chi è umiliato dalla vita, amiamo Gesù: perché Lui è lì, negli ultimi, nei rifiutati".
"Ogni anno questa Liturgia suscita in noi un atteggiamento di stupore: passiamo dalla gioia di accogliere Gesù che entra in Gerusalemme al dolore di vederlo condannato a morte e crocifisso - ha esordito Bergoglio -. È un atteggiamento interiore che ci accompagnerà in tutta la Settimana Santa. Entriamo dunque in questo stupore. Da subito Gesù ci stupisce. La sua gente lo accoglie con solennità, ma Lui entra a Gerusalemme su un umile puledro. La sua gente attende per Pasqua il liberatore potente, ma Gesù viene per compiere la Pasqua con il suo sacrificio. La sua gente si aspetta di celebrare la vittoria sui romani con la spada, ma Gesù viene a celebrare la vittoria di Dio con la croce. Che cosa accadde a quella gente, che in pochi giorni passò dall`osannare Gesù al gridare 'crocifiggilo'? Quelle persone seguivano più un`immagine di Messia, che non il Messia".
Di fronte a Dio l'atteggiamento deve essere quello dello "stupore", non della "ammirazione". "Se la fede perde lo stupore diventa sorda" e non vede altra via che quella di "rifugiarsi nei legalismi e nei clericalismi, tutte cose che Gesù condanna" ha detto il Papa. "Anche oggi tanti ammirano Gesù: ha parlato bene, ha amato e perdonato, il suo esempio ha cambiato la storia... Lo ammirano, ma la loro vita non cambia. Perché ammirare Gesù non basta. Occorre seguirlo sulla sua via, lasciarsi mettere in discussione da Lui: passare dall'ammirazione allo stupore". "L'ammirazione può essere mondana, perché ricerca i propri gusti e le proprie attese; lo stupore, invece, rimane aperto all'altro, alla sua novità", ha aggiunto. "Chiediamo la grazia dello stupore. La vita cristiana, senza stupore, diventa grigiore". Se non c'è stupore forse "la nostra fede è stata logorata dall'abitudine", ha concluso il Papa.
Con la celebrazione della Domenica delle Palme - ha ricordato il pontefice - "siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L'anno scorso eravamo più scioccati, quest'anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante" ha detto il Papa aggiungendo: "In questa situazione storica e sociale, Dio cosa fa? Prende la croce", "si fa carico del male" soprattutto quello "spirituale, perché il Maligno approfitta delle crisi per seminare sfiducia, disperazione e zizzania. E noi? Che cosa dobbiamo fare?". Come Maria dobbiamo prendere la nostra "parte di sofferenza, di buio, di smarrimento".