Scandalo Farfalle a Desio. La super ct Maccarani resta in palestra, tra silenzio e lavoro

Dopo il deferimento della Procura federale a Desio continuano gli allenamenti Il commissario tecnico: "Niente da dire". Ma il suo incarico è in bilico

Emanuela Maccarani

Emanuela Maccarani

Desio (Monza e Brianza) - Arriva intorno alle 10.15, Emanuela Maccarani, all’Accademia di ginnastica ritmica di Desio che è la sua seconda casa da una vita, ormai. Parcheggia in una strada laterale e prende il viottolo verso l’ingresso della palestra. A fermarla una signora, che la riconosce e le manifesta pieno sostegno, "siamo tutti con te". La pluridecorata Direttrice tecnica delle Farfalle non vuole rilasciare dichiarazioni alla stampa, almeno per ora. Non è da escludere che nei prossimi giorni possa sciogliere le riserve. Per il momento, continua a manifestare sicurezza di essersi comportata in maniera adeguata e professionale. Come se tutto possa essere nato da gelosie, invidie, bugie o esagerazioni.

«Niente da dire» , ed entra in palestra, dove ad attenderla ci sono le atlete e tutto il suo staff, per l’allenamento quotidiano tra palle e nastri. Per quanto ancora, questa, sarà la sua seconda casa non è certo. La sua posizione, dopo il deferimento della Procura federale, è quanto mai in bilico. Il giorno chiave sarà il 12 gennaio, quando si riunirà nuovamente, in via straordinaria, il Consiglio Federale. Sul tavolo, oltre alle indagini della Procura di Monza, c’è il deferimento della Procura FGI secondo il quale Maccarani "adottava metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, esercitando in maniera impropria la gestione del peso delle ginnaste, operando un controllo quotidiano.

E a fronte di variazioni di peso anche di modesta entità, ponendo in essere pressioni psicologiche, in particolare commentando con frasi offensive del tipo “sembri un maialino“, “la pancia cresce“, “come fai a guardarti allo specchio“ e simili, alla presenza di tutte le atlete, provocando così in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici". Tutto ciò "quantomeno fino all’estate del 2020". Scavando nel sito della Federazione, intanto, emerge come nell’ultimo consiglio direttivo di dicembre sia stato prolungato il lavoro della Maccarani e della sua assistente Olga Tishina (anche lei deferita) all’Accademia per il mese di gennaio.

"Il rapporto è stato prorogato quando lo scandalo delle vessazioni e delle persecuzioni a carico delle ginnaste era già ampiamente in corso e la Procura Federale aveva avviato un’indagine – sottolinea Daniela Simonetti dell’associazione Change The Game -. Invece di procedere a una sospensione cautelare, hanno rinnovato il rapporto seppure di un mese. Delle due l’una: o la Federazione cercava di prendere tempo in attesa che le acque si calmassero pensando a un fuoco di paglia o è mancato e tuttora manca il coraggio per affrontare di petto la situazione.

Il prossimo consiglio è il 12 gennaio ma la situazione resta invariata perché per quella data di certo non arriverà un eventuale rinvio a giudizio né una sentenza del Tribunale sportivo". Una vicenda sicuramente molto complessa e delicata, che potrebbe portare alla sua uscita di scena, anche se i giochi sembrano ancora aperti. Solo pochi giorni fa, nel post di fine anno, la Federazione guidata da Gherardo Tecchi, celebrava "le Farfalle vicecampionesse continentali, argento nel misto e oro nei 5 cerchi iridati... la nostra scuola dei piccoli attrezzi, guidata da Emanuela Maccarani, è diventata la migliore in assoluto dell’intero pianeta". Intanto, resta l’attesa per capire quali, e di che valore per le indagini, possano essere i contenuti di chat, foto e video nei cellulari sequestrati dalla Procura di Monza alla Maccarani e ad altri componenti dello staff e della squadra nazionale.