
Mario De Vecchi (Studiosally)
Albairate (Milano), 12 dicembre 2017 - Imprenditore agricolo da una vita, Mario De Vecchi, 82 anni portati benissimo, ha da poco festeggiato il traguardo dei cinquant’anni di presidenza della Cooperativa Latte Abbiatense. Cinquant’anni, proprio come quelli della Cooperativa, fondata l’8 dicembre del 1967 per volontà di diciassette allevatori della zona. Oggi i soci sono 47. «E c’è una lunga fila di gente che vorrebbe associarsi a noi», dice orgoglioso. La Cooperativa ha lo scopo di tutelare gli allevatori, garantendo loro la collocazione sul mercato del latte prodotto, destinato alle aziende di lavorazione. Un vero e proprio «fiume bianco» che nasce in una vasta area ad Ovest di Milano (Castanese, Abbiatense) che si propaga sino alla periferia della metropoli e che sfocia altrove, salvo poi ritornare in provincia trasformato in prodotti caseari.
«In questi ultimi anni ci siamo concentrati nella distribuzione del latte dei soci alle più note aziende produttrici di gorgonzola», racconta De Vecchi. Il latte prodotto nell’Abbiatense è particolarmente adeguato per la produzione di questo formaggio ed è oggi molto richiesto. Il primo contratto del presidente De Vecchi fu siglato con la Centrale del Latte di Seregno a 45 lire al litro, per la metà del latte gestito. L’altra metà venne contrattualizzata con il caseificio Vito Invernizzi, per qualche lira in più. Oggi la cooperativa garantisce la produzione di 2mila quintali di latte al giorno. De Vecchi è attentissimo: «Purtroppo il prezzo del latte viene fissato e contrattualizzato mese per mese, al massimo per tre mesi. In questi anni, nonostante le difficoltà e i momenti di crisi, siamo sempre riusciti a collocare il latte prodotto dai soci. Solo una volta, l’anno scorso, abbiamo corso il rischio di non saper dove mandarlo: ce l’abbiamo fatta all’ultimo secondo, anche in quella occasione abbiamo dovuto accettare un prezzo inferiore a quello di mercato».
De Vecchi gestisce ancora l’azienda di famiglia col figlio Marco. Gli piace, quando riesce, andare a vedere ogni mattina le mucche nelle stalle, che per lui sono quasi delle figlie. «Questo resta alla fine il cuore verde di un territorio da sembre vocato all’agricoltura, nonostante la concorrenza a volte spietata che ci mette in difficoltà».