Covid Lombardia, Salmoiraghi: "Ci stiamo preparando per la terza ondata, sanitari stanchi"

Indice Rt in netto calo, ma va cauto il dirigente della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia

Covid, medici e infermieri del San Gerardo di Monza

Covid, medici e infermieri del San Gerardo di Monza

Milano, 11 dicembre 2020 - Imminente il passaggio della Lombardia da zona arancione a zona gialla. Un cambiamento reso possibile grazie al costante miglioramento dei numeri dell'emergenza Covid nella regione più colpita dalla pandemia. Ieri, in Italia sono stato 16.999 i casi positivi al tampone per il coronavirus, mentre in Lombardia i nuovi contagi sono tornati sopra la soglia dei duemila (2.093, di cui 154 debolmente positivi), con 24.229 tamponi processati (10mila in più di giovedì, quando i nuovi positivi erano 1.233). L'indice Rt, ovvero l'indice di trasmissibilità del Coronavirus in Lombardia "è ormai sceso stabilmente sotto l'1" e si attesterà "attorno allo 0.8 la prossima settimana". A citare "il dato arrivato ieri" è stato Danilo Cereda, responsabile della struttura di malattie infettive, vaccinazioni e prevenzione della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia, intervenendo questa mattina in audizione in commissione Sanità illustrando la situazione epidemiologica regionale.

Spiegando i dati Cereda ha confermato che "la curva della seconda ondata sta chiaramente scendendo", con una "discesa che è molto più ripida rispetto alla discesa della prima ondata". Un andamento, ha precisato, "probabilmente legato a comportamenti acquisiti da parte della popolazione, e a un continuo aumento dell'immunita' di gregge della popolazione, che facilita la rapidita' della discesa". L'esperto ha sottolineato che "l'andamento di miglioramento coinvolge tutto il territorio regionale", dove tuttavia l'Ats di Milano resta "epicentro della seconda ondata". Fornendo altri dati, Cereda ha rilevato che "la prima ondata ha generato circa 100mila casi di Covid, mentre la seconda ondata 300mila casi", una variazione spiegata dalla capacita' di fare diagnosi, e quindi di fare tamponi". Evidenziando poi il dato cumulativo dei decessi tra prima e seconda ondata, l'esperto regionale rileva che "nella prima ondata il numero di decessi e' stato tra i 15-16 mila, mentre nella seconda ondata attorno ai 4-500", e quindi, in quest'ultimo caso, con "un impatto assolutamente inferiore".

Indice di contagio Covid: cos'è l'Rt e perché è così importante?

Seppure i dati stiano mostrando una situazione migliore rispetto a qualche settimana fa, è ancora necessario fare molta attenzione. "Ci stiamo preparando per la terza probabile ondata di gennaio. Nessuno di noi sa esattamente il quando e l'entità, ma tutti ragionevolmente prevediamo che purtroppo questo avvenga",  ha detto il dirigente della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia, Marco Salmoiraghi, sottolineando che "la preparazione della terza ondata troverà il sistema ancora più stanco rispetto alle prime due ondate". Già in questa seconda ondata, ha aggiunto, "soprattutto nelle province che erano state pesantemente colpite dalla prima abbiamo avuto delle difficoltà a coinvolgere operatori e strutture che mostravano evidenti segni della fatica, e questo va attentamente ponderato".

Concetto ribadito da Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali: "La pressione ospedaliera è ancora forte quindi occorre mantenere alta la guardia, per questo Regione Lombardia è già al lavoro per prepararsi al terzo picco previsto in gennaio". "Grazie agli sforzi fatti dai cittadini lombardi e alle azioni della Giunta regionale - ha evidenziato il Presidente della Commissione Sanità - la curva del contagio è in calo dopo il picco del 23/24 novembre e l`indice Rt è vicino allo 0,8% mentre l'Rt relativo ai ricoveri è addirittura sceso sotto questa soglia. In questi mesi è stato fatto un lavoro straordinario da tutto il sistema, da marzo siamo passati da 861 posti in terapia intensiva agli attuali 1.400 circa grazie al piano ospedaliero approvato nel mese di luglio. Inoltre, possiamo contare sulla rete dei 18 hub Covid e sugli ospedali in fiera a Bergamo e Milano". "Sul telemonitoraggio e la cura domiciliare - ha aggiunto - il sistema si dimostra all`avanguardia. 9.000 pazienti seguiti a distanza, 7.000 dei quali tramite la piattaforma informatica di ARIA Spa, 1.700 tramite le cooperative mediche e 500 seguiti dalle ASST. 445 sono invece i medici attualmente operativi nelle USCA e sono 40 cono i centri territoriali Covid-19. Questi strumenti saranno molto utili specialmente in vista del terzo picco pandemico previsto nel mese di gennaio". "A proposito di questo - ha continuato Monti - Regione Lombardia è già al lavoro per prepararsi al meglio all`eventuale recrudescenza del virus. Regione Lombardia, tenendo in considerazione che il sistema sarà più stanco e con tempi di reazione probabilmente più dilatati, ha diffuso una nota organizzativa alle strutture pubbliche e private per prevedere una rapida riattivazione delle sezioni ospedaliere da destinare alla cura di pazienti Covid. Nella stessa nota viene inoltre previsto che nelle prossime tre settimane avremo circa 500 pazienti in terapia intensiva e 5.000 in degenza acuta ospedaliera rispetto agli attuali 700 posti occupati in terapia intensiva e i 7.000 in degenza acuta. La difficoltà nella gestione dell`eventuale terza ondata, rispetto a quella attuale, sarà quella che non troveremo le strutture sanitarie completamente vuote di pazienti Covid come successo nei mesi estivi. Per questo, non stiamo perdendo tempo e stiamo mettendo in campo tutte le risorse necessarie per farci trovare pronti".