Capodanno, effetto Omicron: disdetto nei ristoranti un cenone su quattro

Per la Fipe Confcommercio le cancellazioni si aggirano in media tra il 25 e il 30%

Capodanno

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Roma, 29 dicembre 2021 - Omicron dilaga e l'impennata di contagi degli ultimi giorni e i tempi imposti dalla quarantena stanno avendo l'effetto di moltiplicare le disdette per i cenoni di Capodanno.

Per la Fipe Confcommercio le cancellazioni dei cenoni si aggirano in media tra il 25 e il 30%. "Rispetto alle chiusure imposte per legge lo scorso anno, il prossimo Capodanno vedrà nuovamente la ristorazione accogliere la clientela nei propri locali, e questo è certamente un fattore di fondamentale importanza. Tuttavia le aspettative per una serata, attesa a lungo e nel segno della ripresa, rischiano di rimanere disattese per i 70.000 ristoranti che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l'arrivo del 2022 con una cena fuori casa", si legge in una nota.  I dati raccolti dall'Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio prima di Natale "erano incoraggianti, con 4 milioni di italiani pronti a festeggiare l'ultimo dell'anno nei ristoranti aperti. Un dato in calo rispetto al 2019, ma comunque una boccata d'ossigeno rispetto allo zero assoluto del 2020, quando i locali erano chiusi. Per favorire questa ripresa, i ristoratori avevano previsto una riduzione dei prezzi rispetto a due anni fa: 78 euro in media per il cenone rispetto agli 80 del 2019, mentre per cena e brindisi di mezzanotte con sottofondo musicale il calo era più evidente, 90 euro contro 105. In virtù' di questi numeri la spesa totale prevista si sarebbe attestata intorno ai 325 milioni di euro, a fronte dei 445 milioni spesi due anni fa. Con il dilagare della nuova variante Omicron a questi numeri oggi andrebbe fatta un'ulteriore tara tra il 25 e 30%", conclude la nota. 

E secondo Confesercenti,  l'aumento dei contagi e le restrizioni rischiano di costare solo nel periodo delle festività invernali oltre 2 miliardi di minori consumi: 932 milioni delle famiglie italiane e 1,2 miliardi di mancate spese di turisti stranieri. Un brusco stop di cui risentirebbe anche la ripresa, con una riduzione dello 0,5% del tasso di crescita del Pil nel IV trimestre. A stimarlo è . Fortunatamente, l'impennata dei contagi sembra avere per il momento effetti contenuti sulla letalità, ma l'impatto per le attività lavorative è già molto pronunciato. Ciò a causa del subitaneo incremento delle quarantene: le persone in isolamento domiciliare nel solo mese di dicembre sono passate da 190mila a 530mila (+178%).

Un numero destinato a crescere ancora nei prossimi giorni e che va moltiplicato per un fattore di scala pari almeno a 3, dal momento che le quarantene riguardano l'intero nucleo familiare dei contagiati. La conseguenza immediata è una riduzione forzata dell'offerta di lavoro, con ciò che ne consegue per l'ordinario svolgimento delle attività di produzione e di fornitura di servizi. Configurando un lockdown di fatto, i maggiori isolamenti domiciliari limitano inoltre le spese delle famiglie. A questi effetti si aggiungono quelli sul turismo, che sta andando incontro a una nuova flessione proprio in un periodo che abitualmente si caratterizza per un aumento dei viaggi e per un intenso afflusso di visitatori esteri. Secondo prime valutazioni di Confesercenti, questi fattori stanno determinando una pesante ricaduta economica, che compromette i risultati del 2021 e rischia di pregiudicare la crescita del Pil anche nel 2022.

 A subire l'impatto della frenata sono soprattutto le attività del turismo e della ristorazione, a partire dalla ricettività, che nel periodo delle festività vede a rischio 1,1 miliardi di fatturato, e dalle agenzie di viaggio (-136 milioni). L'incertezza da Omicron incide con forza anche sui pubblici esercizi: la chiusura di discoteche e sale da ballo e le mancate prenotazioni nei ristoranti costeranno al settore 310 milioni di fatturato, e circa 135 milioni ai bar. E l'ombra del rallentamento si allunga anche sul settore dell'abbigliamento, compromettendo l'avvio degli ormai prossimi saldi invernali. 

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