Covid oggi, Iss: "Salgono incidenza, Rt e ricoveri. Sei regioni a rischio alto"

Si tratta dei dati emersi dall'ultimo monitoraggio della Cabina di Regia dell'Istituto superiore di sanità

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Milano, 7 ottobre 2022 - Il Coronavirus torna a fare preoccupare?  Stando all'ultimo monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute sull'andamento della situazione in Italia, i dati sono tutti in risalita: incidenza, Rt, trasmissibilità e tasso di occupazione negli ospedali. Vediamo tutto nel dettaglio. 

In salita incidenza, Rt e trasmissibilità

Sale l'incidenza settimanale a livello nazionale: 441 ogni 100.000 abitanti (23/09/2022 -29/09/2022) contro 325 ogni 100.000 abitanti (30/09/2022 -06/10/2022). Nel periodo 14-27 settembre, l'Rt medio calcolato sui casiì sintomatici è stato pari a 1,18 (range 0,98-1,52), in aumento rispetto alla settimana precedente e superiore al valore soglia. Anche l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in aumento e oltre la soglia epidemica: Rt=1,28 (1,23-1,32) al 27 settembre, rispetto a Rt=0,95 (0,90-1,00) al 20 settembre. E' quanto emege dai dati del monitoraggio della Cabina di Regia dell'Istituto superiore di sanità.

In aumento occupazione area medica e terapia intensiva

Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 1,8% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 6 ottobre) rispetto all'1,4% (rilevazione al 29 settembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 8,2%% (rilevazione al 6 ottobre) rispetto al 6% (rilevazione al 22 settembre).

Sei regioni a rischio alto

Sei Regioni/Province autonome sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza, una Regione è non valutabile, status equiparabile al rischio alto. Le restanti 14 sono a rischio moderato. Tutte le Regioni/Province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Sette riportano molteplici allerte di resilienza. La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è stabile rispetto alla settimana precedente (12% vs 11%). Stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (53% vs 54%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (35% vs 35%).

"Se guardiamo a quello che è successo finora, è probabile che arriverà un'altra variante. Ormai Sars-CoV-2 lo conosciamo da quasi 3 anni. E abbiamo imparato che dopo un tempo variabile da 4 a 8 mesi ha generato una nuova variante di preoccupazione. Quindi è plausibile che succeda di nuovo così". A spiegarlo è l'immunologo dell'università Statale di Milano Sergio Abrignani. Una di quelle ritenute "BQ.1.1, soprannominata Cerberus, sembra quella più quotata" sulla carta. Cerberus, prosegue l'esperto nella sua analisi, "secondo chi segue l'evoluzione di Sars-CoV-2 sembrerebbe avere qualcosa che può portare a predire un potenziale per prevalere, ma sono sempre lavori in previsione. Aspettiamo e vediamo".