
L’ad Aldo Maria Vigevani annuncia la riapertura di Gardaland
Brescia, 31 ottobre 2020 - C’ha provato , riuscendo in soli 4 mesi a ristabilire la gerarchia che lo vede, da sempre, al primissimo posto tra i parchi "wow" del Belpaese: 3 milioni di visitatori l’anno (quasi un terzo provenienti dalla Lombardia), praticamente un sesto di quelli che in Italia prendono d’assalto le cittadelle dello svago e dell’avventura simulata; e un giro d’affari (130 milioni nel 2019) che da solo vale quasi un terzo del totale di quello realizzato cumulativamente da tutti i parchi italiani. Tant’è. Alla fine, anche Gardaland ha dovuto arrendersi ad un’emergenza pandemica che non sembra rientrare. Come dire: l’ottimismo e la voglia di rinascita che lo scorso 13 giugno, dopo il primo lockdown, avevano salutato la riapertura del grande parco divertimenti, non sono bastati a risparmiare questo colosso del tempo libero che, da solo, procura un indotto impressionante su tutto il Benaco e sulle vicine province di Brescia, Mantova e Verona. Gardaland ha dunque chiuso i battenti, annullando così questo weekend e quello successivo che avrebbero tradizionalmente intercettato il pubblico legato ad Halloween.
Rinunciando all’evento Magic Winter e ai fine settimana di dicembre; azzerando l’attività abituale nel periodo delle feste natalizie. E annunciando un ritorno per il 2021 che, per fortuna – come ha spiegato l’amministratore delegato Aldo Maria Vigevani – lascia ben sperare, anno che dovrebbe regalare agli appassionati della Foresta Incantata, del Sea Life Aquarium e degli Adventure e Magic Hotel, una novità assoluta: quella del Legoland Water Park su cui il gioiello della holding internazionale Merlin Entertainments ha investito 20 milioni di euro e attualmente è in fase di ultimazione.
Decisione difficile. E pesante. Che vanamente, quest’estate, Gardaland aveva tentato di esorcizzare applicando un rassicurante e severo protocollo sanitario da 1 milione di euro, con misurazione delle temperatura agli ingressi, mascherine obbligatorie, schermi di protezione per gli addetti, barriere in plexiglas e sanificazioni ripetute delle attrazioni. E se l’anno che si avvia alla conclusione consegnerà ai bilanci un calo previsto di almeno il 50% degli ingressi, archivia anche una sensibile caduta dei livelli occupazionali: una perdita del 50% degli stagionali abitualmente utilizzati (un migliaio, oltre duecento dalla vicine province lombarde) e un ricorso inevitabile alla cassa integrazione per una parte dei dipendenti, in tutto 230.
Senza contare la stangata che il Covid-19 sta provocando sul territorio circostante, con un drastico abbattimento dell’indotto che Gardaland produce su oltre 3mila attività ricettive (alberghi, campeggi, ristoranti, etc.) sparse principalmente tra la sponda veronese e quella bresciana del lago. Decisamente un anno di apprezzabile resilienza. Comunque, da dimenticare.