Covid, contagi più veloci con Centaurus: "Non sarà un autunno tranquillo"

Il ricercatore Fabio Angeli (Università dell’Insubria) e lo studio sulla variante: più veloce nell’aggredire, non è detto sia più letale

Fabio Angeli

Fabio Angeli

"Spero vivamente di sbagliarmi", dice Fabio Angeli, professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università dell’Insubria e direttore della Cardiologia dell’Ics Maugeri di Tradate: insieme alla biotecnologa Martina Zappa e al ricercatore Paolo Verdecchia ha firmato uno studio sulla variante Omicron Centaurus, pubblicato sull’ European Journal of Internal Medicine, che getta prospettive poco rassicuranti sul prossimo autunno-inverno, il terzo in compagnia del Sars-CoV-2.

O anche più imminenti, nel finale di una stagione segnata dalla prima ondata estiva di coronavirus, che ha avuto un picco di contagi a metà luglio e in questi giorni ha interrotto la discesa dopo cinque settimane: tra il 19 e il 25 agosto l’incidenza settimanale è risalita è risalita a 277 nuovi contagi ogni centomila italiani e 202,5 ogni centomila lombardi, proprio adesso che i ricoverati Corona sono più che dimezzati rispetto ai poco meno di 1.600 nei reparti più quasi 60 in terapia intensiva che si contavano a fine luglio in Lombardia.

Ondata anomala, quella estiva trainata dalla variante Omicron 5, complice una sottodiagnosi che gli esperti stimano intorno al 50%, tanto che più dei contagi fanno fede le ospedalizzazioni (il tasso di ricoverati sui positivi ufficiali, benché nell’ordine dell’1,23%, a inizio agosto era il doppio rispetto a gennaio), e anche i decessi, "che non sono un dato “perfetto”, perché c’è chi muore col Covid ma non di Covid e perché fotografano la coda dell’infezione", ma con quasi 1.400 morti negli ultimi due mesi solo in Lombardia "la mortalità è rimasta alta", osserva il professor Angeli. Che alla Cardiologia dell’Irccs di Tradate è arrivato a dicembre 2019 e s’è trovato quasi subito il reparto trasformato in area Covid da 80 letti, ad affrontare "un virus di cui all’epoca non sapevamo niente, e sul quale anche adesso è molto difficile fare previsioni, anche perché sta mutando molto velocemente. Il palcoscenico pandemico è sempre più complicato da decifrare. Ho ancora la speranza di svegliarmi una mattina e non vedere più la Sars, come accadde quasi vent’anni fa. Ma questo virus sta durando un po’ troppo".

Col suo gruppo di studio, Angeli ha analizzato in laboratorio la variante Centaurus, tecnicamente Omicron BA 2.75 perché deriva da Omicron 2 e secondo gli scienziati è la grande incognita che incombe sui prossimi mesi: isolata a maggio in India, è già arrivata in Europa, a luglio è stato scoperto il primo caso in Italia. Sulla carta ha i numeri per soppiantare Omicron 5, perché ha "quattro mutazioni, tutte sulla proteina Spike che è l’“artiglio” del virus per agganciare le nostre cellule, che lo rendono 57 volte più adesivo ai nostri recettori Ace2. Oltre tremila volte più della variante Alpha". I recettori sono "glicoproteine transmembrana che occupano tutto lo spessore della membrana delle nostre cellule, e contribuiscono a regolare le nostre funzioni vitali come la pressione, hanno effetti antinfiammatori e antitrombotici. Sono ubiquitarie nei tessuti, e molto espresse nell’apparato respiratorio dal quale entra il virus, che, quando si lega, le paralizza, inibendo la loro capacità di proteggerci".

Ma se il fatto che Centaurus sia "più adesiva" di Omicron 5 "rende probabile che sia anche più diffusiva, dedurre che sia anche più aggressiva non è altrettanto lineare. Omicron, più adesiva, ha avuto una mortalità nettamente inferiore alle varianti precedenti; ma è un dato “sporcato” dall’effetto delle vaccinazioni, che fortunatamente in Paesi come il nostro hanno raggiunto quasi il 90% della popolazione e hanno abbattuto il rischio di forme severe. La risposta potrà darla solo la clinica: la verità la scopriremo nei prossimi mesi". Forse anche prima, poiché "le nuove varianti che diventano dominanti lo diventano sempre più velocemente", ricorda il professore. L’anno scorso Delta impiegò più di due mesi a soppiantare Alpha, mentre Omicron 1, individuata in Italia per la prima volta a fine novembre, un mese dopo stava già trascinando l’ondata di Natale. "Ed era 63 volte più adesiva della variante Delta".

Per lo stesso motivo Centaurus potrebbe sostituire Omicron 5: "Temo una nuova ondata a livello nazionale - spiega il professore –, e non necessariamente dovremo aspettare la fine di ottobre. Non mi aspetto un autunno-inverno tranquillo". E sottolinea quanto sarà importante, per affrontarlo, "la nuova campagna vaccinale", con sieri aggiornati per Omicron di cui Centaurus è comunque una sottovariante che "rimangono la nostra vera arma. Ma sono altrettanto convinto che la strategia non possa limitarsi a frenare la severità della malattia: bisogna ricominciare a parlare di dispositivi di protezione individuale che contengano la diffusione del virus".