Coronavirus, pendolari lombardi: "Imprescindibile il 100% delle corse"

I viaggiatori chiedono che venga garantito il distanziamento, ma anche che ci siano task force "competenti". Preoccupazione per gli ingressi contigentati

Sanificazione treni

Sanificazione treni

Milano, 20 aprile 2020 - Nel dibattito su fase 2 e riapertura, tra gli argomenti clou c'è quello dei trasporti pubblici ed i pendolari sperano di poter "dire la loro"

Per prima cosa, i viaggiatori chiedono non solo che sui treni venga garantito il distanziamento, utile per limitare il contagio da coronavirus, ma anche che ci siano task force "competenti, in grado di programmare i servizi in modo da poter raggiungere le attività riaperte garantendo la giusta disponibilità di mezzi ed in sicurezza" e ritengono "imprescindibile" la garanzia del "100% delle corse sull'intero arco del servizio giornaliero e settimanale". Tra le preoccupazioni anche quella degli ingressi contigentati: "chi e come sarà garantito l'accesso ordinato ai treni", quanto "influirà su eventuali ritardi" e "come verrà rivisto l'orario a fronte di una probabile espansione degli orari di lavoro verso le prime ore del mattino e le ultime della sera?", chiedono i pendolari in una nota. Una possibile riorganizzazione del lavoro richiederà, spiegano, "più servizi in un arco più grande della giornata" e "quel 60%" ipotizzato dall'ad di Trenord Marco Piuri "potrebbe risultare stimato per difetto" con il rischio che i pendolari si trovino "ad avere una riduzione dei posti offerti a meno di un quarto, sui medesimi treni ove in tempi normali si superava frequentemente, e di molto, la capacità".

"Ci domandiamo - aggiungono i pendolari - con quale consapevolezza sui numeri l'ad di Trenord faccia simili affermazioni, ma anche cosa ne pensino il presidente Fontana, così frettoloso nel voler ripartire, e l'assessore Terzi: non deve passare il concetto che sia Trenord a decidere quanta percentuale dell'azienda debba essere riattivata o meno, visto che Trenord è un fornitore di servizi la cui titolarità è in capo a Regione Lombardia", concludono chiedendo anche "che il dibattito non avvenga solo nelle chiuse stanze del potere ma si apra al dialogo con la possibilità, da parte nostra, di integrare con le nostre informazioni, conoscenze e competenze di prima mano".

 

Più che riaprire, il tema è come raggiungere le attività riaperte. "Dopo l’emergenza come pensi che ricomincerai a muoverti abitualmente?": è questa una delle domande del sondaggio inviato da Trenord, l’azienda ferroviaria della Lombardia, a 550mila pendolari con l’obiettivo di raccogliere risposte utili a capire come riorganizzare il servizio dei treni regionali una volta allentatasi la morsa dei divieti. Si è in fase di raccolta dei dati. Trenord non ritiene scontato che basti riavvicinarsi all’ordinario volume di corse (2.300 al giorno) per indurre tutti gli 800mila pendolari serviti solitamente a tornare alle vecchie abitudini. C’è infatti la possibilità che alcuni scelgano l’auto "per paura dell’affollamento" e di trovarsi in situazioni che favoriscano il contagio. Da qui il sondaggio. FOCUS / Coronavirus, il bollettino del 17 aprile

La certezza, per ora, è che le esigenze da conciliare sono due: garantire un volume di corse adeguato ai bisogni della nuova fase senza far venir meno il rispetto del divieto di assembramenti, il mantenimento della distanza interpersonale e l’uso di mascherine. Il sondaggio serve proprio a prevedere i comportamenti per organizzare un servizio coerente. Ma la riorganizzazione del servizio passerà anche da altri tre punti. Innanzitutto Trenord attende che Regione, categorie professionali e produttive e sindacati lombardi concordino giorni, turni e orari della riapertura a scaglioni in modo da capire quanti treni siano da garantire, a quante persone e in quali orari. L’obiettivo è passare dal 40% di servizio offerto attualmente al 60% "ma – spiega Marco Piuri, ad di Trenord – bisogna vedere come saranno riorganizzati i tempi della nostra vita quotidiana". Un ulteriore aumento del servizio è previsto solo da settembre. L’idea è che le regole straordinaria sui mezzi pubblici durino per un anno. Secondo punto: a bordo dei treni sarà possibile occupare solo alcuni posti in modo da mantenere la distanza di sicurezza tra le persone. I vagoni viaggeranno al 40% della capienza. Terzo: il potenziamento dei cartelli di bordo e degli annunci audio con l’obiettivo di richiamare i passeggeri all’uso della mascherina e al rispetto della distanza di sicurezza.

Da Trenord ad Atm, che ha già delineato un piano analogo per le 4 linee della metropolitana di Milano. Gli ingressi alle banchine saranno contingentati. Sarà consentito l’ingresso di un numero prefissato di passeggeri in intervalli di tempo predeterminati. Una volta entrato il numero di passeggeri prestabilito, il tornello sarà bloccato. Anche in questo caso agli annunci audio che invitano i pendolari a rispettare la distanza interpersonale si aggiungeranno cartelli. E anche in questo caso i posti a sedere all’interno dei treni saranno ridotti, si potrà occupare un seggiolino ogni due o uno ogni tre. I seggiolini sui quali non ci si potrà sedere saranno indicati con cartelli di divieto.

La necessità di "scaglionare gli orari di lavoro e pensare ad app che evitino gli assembramenti sui mezzi pubblici" sarà il principio guida anche del Governo come sottolineato ieri da Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti: "Non possiamo più immaginare che milioni di persone si muovano tra le 7.30 e le 9.30, non ce lo possiamo permettere finché non troviamo il vaccino. Sono allo studio app per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto. Possibile una sperimentazione estiva in alcune aree del Paese".