MARTINO AGOSTONI
Cronaca

Coronavirus, seguendo le merci si può prevenire il contagio

Il professor Tosi, dell’università Insubria: non è un caso che il primo focolaio sia partito dal Lodigiano, uno dei più grandi hub italiani di distribuzione

Davide Tosi professore del Dista dell’università Insubria

Milano, 30 aprile 2020 - Il virus in Lombardia ha viaggiato come una merce, lungo le direttrici autostradali e seguendo i flussi del sistema regionale di distribuzione e trasporto su gomma. E seguire la strada che ha fatto il coronavirus su tir e furgoni, rispetto a treni passeggeri, autobus e metropolitane, è una chiave di lettura della diffusione del contagio che non fa più apparire come circostanze casuali il fatto che l’epidemia sia partita dall’area di Lodi e non in altri centri più grandi o magari strettamente collegati agli aeroporti internazionali, oppure che il contagio sia arrivato prima a Bergamo o a Cremona e non invece nella più popolosa e frequentata Milano, mentre territori come la Brianza oppure Varese siano stati raggiunti più tardi dal virus e in modo minore.

L’intuizione di mettere in relazione i numeri sulla diffusione del contagio nelle province lombarde con i dati sugli spostamenti delle merci è venuta a Davide Tosi, professore del Dista (Dipartimento di scienze teoriche ed applicate) dell’università dell’Insubria, che di fronte alla mole eccezionale di numeri sull’evoluzione dell’epidemia ha studiato l’andamento del contagio e ha anche sviluppato un modello di predizione della sua diffusione. Tosi ha pubblicato i suoi risultati in due studi: il primo, che usa i numeri diffusi ogni giorno dalla Protezione civile e calcola l’ormai noto valore di diffusione del contagio R0 con il dettaglio dei singoli territori lombardi; mentre il secondo è stato pubblicato l’8 marzo con il titolo "Studio di un modello di predizione per i contagi da Covid-19 in Italia e Regione Lombardia" e ha l’originalità di mettere in relazione i dati di diffusione del virus a partire dal primo focolaio di Codogno con i dati sul traffico merci regionale, numeri quest’ultimi disponibili sul portale statistico regionale OpenData.

Tosi ha scelto di usare i dati sulle merci, e non sulle persone, perché "mi sono chiesto se potesse esserci una relazione tra l’avvio dell’epidemia proprio a Codogno e la presenza in quel territorio dei due più grandi hub logistici di smistamento e distribuzione merci d’Italia". Nel Lodigiano arrivano ogni giorno merci da tutto il mondo e poi da lì ripartono per la distribuzione su tir e furgoni in tutta la regione e oltre, e "seguono due direttrici principali: verso Bergamo e Brescia e poi verso Cremona e Pavia – spiega il professore -, proprio i territori lombardi dove i contagi sono arrivati prima e in modo più forte. Il flusso di merci dal Lodigiano verso Milano invece è minore e questo spiegherebbe perché nel capoluogo il contagio sia arrivato dopo e nonostante gli spostamenti di persone siano molto alti. Lo stesso vale per altri territori come la Brianza: se si seguono gli spostamenti delle merci si possono spiegare i luoghi e i tempi differenti di propagazione del virus". Le previsioni di Tosi stanno trovando continue conferme: "va chiarito – aggiunge - che non vuol dire che le merci siano un veicolo di contagio: sono le reti di relazioni e di rapporti che riguardano la distribuzione di merci a creare possibilità di trasmissione del contagio".