Coronavirus, l' "oasi della vita" all'ospedale di Melzo: 50 neonati e nessun contagio

Il primario: "Protocolli di sicurezza rigidi e i padri restano fuori. Così proteggiamo madri, bimbi e personale"

Ospedale di Melzo

Ospedale di Melzo

Melzo (Milano), 31 marzo 2020 - Un intero piano “Covid free”, équipe dedicata e prestazioni invariate, protocolli di sicurezza rigorosi e un imperativo: tutti fuori dalla porta. Anche i papà, "come avveniva quarant’anni fa". Ma così in un mese sono nati oltre cinquanta bambini, tutti sani, come le mamme e il team degli operatori preservati dai contagi. Il parto sicuro ai tempi del coronavirus è nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Santa Maria delle Stelle, a Melzo. Un’isola. O come la chiamano gli stessi operatori, un’“Oasi della vita”. Mamme e bambini. "Il concetto è molto semplice: qui non entra nessuno – dice il primario, Giuseppe Losa – Entra solo la donna che deve partorire, e che riceve l’assistenza di sempre. Punto. É consentito accompagnare la compagna all’accettazione. Ma lì ci si ferma. Questa è un’isola. Lottiamo per rimanere vivi e sani, per far nascere bambini sani, per preservare le pazienti. E il nostro personale".

Sala parto senza papà, dunque. "Ma sicuro, nemmeno a parlarne. Guardi, è come il parto di quarant’anni fa. Il padre aspetta fuori, gli si comunica che è andato tutto bene e che è nato un maschietto, o una femminuccia. Oggi la tecnologia si è però evoluta, i padri possono vedere subito il bambino in fotografia". Un protocollo di sicurezza rispettato alla lettera da partorienti, consorti e familiari. "Mi sento orgoglioso dal modo responsabile con cui vengono rispettate le prescrizioni. Non una contestazione, una richiesta di eccezione o deroga, un comportamento scorretto. É una cosa da sottolineare".

Il trend delle nascite , al reparto maternità di Melzo (ma anche a Vizzolo, altro punto nascite dell’Asst di Melegnano), è costante: una cinquantina nel mese di marzo. "Non vedo gran differenza con i numeri degli anni scorsi. In febbraio nascono sempre pochissimi bambini quantomeno qua da noi, e non mi chieda perché. In marzo ci si riprende". Nessun caso di contagio fra neonati, madri e gli operatori: il team ostetrico e medico è sottoposto a rigorose misure, "abbiamo predisposto locali isolati e multipli per il cambio abiti, nessuno, mai, si cambia in reparto. E poi il protocollo: temperatura, mascherina, cappelli, lavaggio mani. Andiamo avanti così. E’ l’unica".

La stessa cintura di protezione che blinda le partorienti in ingresso e le puerpere in camera, protegge il nido, tutto per i neonati. Niente visite, nonni, amici, fiori e foto: "Sono situazioni a rischio che abbiamo troncato dal primo istante". Il reparto melzese accoglie l’utenza di un ampio bacino dell’Est Milano. Nessuno avrebbe mai potuto prevedere la sfida drammatica di questi giorni. Nei primi momenti dell’emergenza, al centralino dell’ospedale tante telefonate di future mamme in ansia, subito rassicurate dallo staff: "Siate serene, vi aspettiamo con l’entusiasmo di sempre, anzi di più: le nuove vite sono luce in questo periodo buio".