
Emergenza coronavirus
Milano, 19 giugno 2020 - Calano decessi e nuovi contagi in Lombardia, dove continua la diminuzione della pressione sugli ospedali. Sono infatti 157 i positivi registrati nelle ultime 24 ore nella regione più colpita dall'emergenza Covid-19. “Dei 157 casi positivi riscontrati oggi, 94 sono determinati da tamponi eseguiti a seguito della positività allo screening sierologico - ha sottolineato l'assessore lomnbardo al Welfare Giulio Gallera -. Si tratta quindi di persone con sintomatologia pregressa, il cui esito del tampone è risultato ‘debolmente positivo’. 8 casi invece sono riferiti a ospiti delle RSA e 4 a operatori socio sanitari". La percentuale tra tamponi effettuali e nuovi casi positivi è dell'1,5%. I decessi sono 18, per un totale di 16.534 morti in regione dall'inizio della pandemia. Ieri c'erano stati 216 nuovi casi (1.9% rapporto tamponi-positivi) e 36 vittime. Stabili le presenze nei reparti di terapia intensiva (60 pazienti), mentre continua a calare il numero dei ricoveri (1.537, 136 meno di ieri)”.intensiva (-136, 1.537 in totale). I guariti/dimessi sono 741 (62.096), mentre gli attualmente positivi calano di 602 unità a 14.045.

Positivi scoperti dopo test: "Casi vecchi e con bassa carica virale"
In Lombardia il numero dei nuovi positivi resta ancora significativo e "pesa" sul dato nazionale. Ma come bisogna valutare questi nuovi positivi? "La Lombardia sta distinguendo tra nuovi contagi e positivi esito di screening, cosa anche ancora il sistema nazionale non fa - ha spiegato oggi in un approfondimento della Regione Lombardia sul tema Covid l'epidemiologo Vittorio Demicheli -. In Lombardia più della metà dei nuovi casi derivano da positività riscontrate dopo test sierologici, che sono sempre più diffusi". Questo cosa implica? "Vuol dire che per occorrenza nel tempo sono vecchi contagi. Inoltre si tratta di casi debolmente positivi quindi per quanto concerne la trasmissibilità molto probabilmente - e per questo sollecitiamo un intervento dell'autorità - avendo una bassa carica virale non sono in grado di trasmettere l'infezione".
I dati delle province
È la provincia di Milano quella che, nelle ultime 24 ore, ha fatto registrare il maggior numero di nuovi casi di positività al coronavirus nella Regione. Secondo i dati diffusi da Regione Lombardia le persone positive al Covid-19 dall'inizio dell'epidemia sono 24.061 in provincia di Milano (+43 rispetto a ieri), di cui 10.230 (+22) a Milano città, 14.065 in provincia di Bergamo (+32) e 15.415 in provincia di Brescia (+21). In provincia di Como i positivi sono complessivamente 4.043 (+8), in provincia di Cremona 6.574 (+6), in provincia di Lecco 2.811 (+3), in provincia di Lodi 3.554 (+2), in provincia di Mantova 3.437 (+12), in provincia di Monza e Brianza 5.719 (+7), in provincia di Pavia 5.533 (+7), in provincia di Sondrio 1.557 (+3) e in provincia di Varese 3.849 (+7). Altri 2.057 casi sono in fase di verifica.

Fontana: Lombardia ha agito bene, sta emergendo verità
Il governatore della Lombardia Attilio Fonatana ha scritto: "Dopo la stagione del fango, è iniziata la stagione della verità". Fontana ha condiviso alcune punti del rapporto stilato dalla Fondazione The Bridge sulla gestione dell'epidemia in regione. Secondo la Fondazione, ha sottolineato il governatore, "la Lombardia ha svolto correttamente il suo compito".
Senza sintomi clinici 69,1% positivi sotto i 60 anni
Secondo uno studio coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, il 69,1% di tutti i soggetti con meno di 60 anni che hanno contratto l'infezione in Lombardia non ha sviluppato sintomi clinici. In merito a quanto emerso dallo studio si è espresso il virologo della Statale di Milano Fabrizio Pregliasco: "Finalmente si sta chiarendo il quadro di Covid-19, e in particolare quella zona grigia composta da soggetti asintomatici o paucisintomatici. Covid-19 si sta rivelando una malattia molto variegata".
Zangrillo: "Tra poco via le mascherine. Un positivo non è un malato"
Il primario del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo spariglia le carte ancora una volta: "Gli italiani sono stati terrorizzati, ora torniamo a una vita normale. Massima attenzione, ma non è detto che ci sarà una seconda ondata". E per quanto riguarda le vittime, afferma: "Addebitano al Covid anche i morti d’infarto". A fine maggio, in un’intervista tv che fece scalpore, disse che clinicamente il Covid non esisteva più. Apriti cielo. Buona parte dei virologi e degli epidemiologi si schierò contro di lui. "Il lockdown - sostiene Zangrillo - è stato efficace, anche se drammatico per l’economia. Il distanziamento intelligente è una buona misura. Ma se continueremo a comportarci bene, se seguiremo le norme igieniche che ben conosciamo, sono certo di una cosa: a fine mese, almeno all’aperto, faremo a meno delle mascherine".
Studio: decessi per Covid sottostimati del 35%
Un nuovo studio sul coronavirus, fatto da economisti in base a un modello matematico che ha preso in considerazione anche i ''casi sommersi'' rivela che sia il numero dei decessi che quello dei guariti è stato enormemente sottostimato. Gli studiosi però si dicono ottimisti per il futuro: un'eventuale seconda ondata di contagi potrebbe essere efficacemente affrontata con l'uso di mascherine, igiene e il distanziamento senza la necessità di ricorrere a un nuovo lockdown.Lo studio ha analizzato due situazioni specifiche: la Lombardia e Londra. I due economisti italiani sono giunti a questa conclusione considerando sia i dati ufficiali di contagi, guarigioni e decessi, sia i numeri, più difficili da stimare, dei casi non osservati (almeno il doppio di quelli censiti) e delle morti per Covid-19 non rilevate (il 35% in più del dato ufficiale in Lombardia, il 17% in più a Londra). Lo studio è stato pubblicato nei giorni scorsi su Covid Economics, una pubblicazione speciale del Centre for Economic Policy Research.
Ieo: allarme tumori se non riprende la prevenzione
Intanto lo Ieo lancia un importante monito su un altro fronte sanitario, quello dei tumori: "La prevenzione riprenda subito, per evitare una nuova epidemia di tumori", dice Roberto Orecchia, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Milano. opo i giorni più difficili dell'epidemia di Covid-19 in Italia e il lockdown che ha congelato il Paese, c'è un infatti un 'tema scottante' che non si può ignorare: "L'impatto indiretto del virus in oncologia, soprattutto per lo stop alla diagnosi precoce e agli screening, che sono il fondamento della guaribilità dei tumori".