Coronavirus, Gallera: "Dal governo segnale forte". Fontana: "Decreto va corretto"

L'assessore al Welfare: "Mancano ancora mascherine, respiratori e camici". Possibile un ospedale in zona Fiera "entro sei giorni". Verso la chiusura di Linate

Emergenza coronavirus in ospedale

Emergenza coronavirus in ospedale

Milano, 12 marzo 2020 - La decisione arrivata ieri sera di chiudere negozi e locali in tutta Italia "è un segnale forte e lo apprezziamo. Un passo importante". E' quanto ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera intervenendo a Agorà. "Poi l'allegato - ha aggiunto - contiene alcuni elementi in contraddizione e che allargano un po' le maglie. Ma ora è fondamentale il messaggio forte che è arrivato. Al di là dei negozi moltissime aziende hanno già chiuso. Questo è molto positivo". L'assessore ha ammesso che il fatto di lasciare aperte le "profumerie e i negozi di ottica lascia un po' perplessi" ma l'elenco potrà essere rivisto. E comunque ha assicurato Gallera che qualsiasi attività che resterà aperta dovrà "garantire le misure di sicurezze, mascherine, guanti e distanziamento".  "Tra due settimane - ha aggiunto - vedremo se quanto messo in campo è stato sufficiente a rallentare la crescita dei contagi. L'ulteriore passaggio sarebbe la chiusura totale del Paese, ma sono convinto che da qui ai prossimi 15 giorni qualcosa di positivo si vedrà". Poi, ha  sottolineato: "Il numero delle mascherine a disposizione non è ancora sufficiente. Anche questa e' una corsa contro il tempo. C'e' un progetto ambizioso di 500 posti di terapia intensiva che pero' si realizza se la protezione civile riesce a mettere a disposizione 500 respiratori . C'e' un problema di camici, qualcosa arriva qualcosa la recuperiamo noi, purtroppo non a sufficienza, ma stiamo lottando. E' una lotta che facciano con determinazione e uniti".

Riguardo le misure del governo, è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: "Abbiamo esaminato con i sindaci il provvedimento del governo che dovrà essere riguardato. Abbiamo notato che ci sono alcune discrasie che vanno corrette, ma il dialogo con il governo prosegue per cerare di migliorare ulteriormente il documento". "I due principi che abbiamo sempre avuto come punto di riferimento sono la tutela dei nostri cittadini e la salvaguardia di tutti quei lavoratori che devono necessariamente andare a lavorare perché fanno parte di filiere imprescindibili", ha aggiunto. "Il documento ha bisogno di alcuni approfondimenti e di alcuni chiarimenti, stiamo lavorando in questa direzione e oggi riprenderemo i rapporti con il governo così come per stakeholders per dare risposte più chiare e più precise". Poi, un commento sulle parole della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen.: "Ho sentito il discorso un po' da melassa. Forse, invece delle parole, bisognerebbe dire alla Germania di venderci i ventilatori e di non tenerli riservati ai cittadini tedeschi, di venderci le mascherine. Questo non sta avvenendo".

I dati del contagio

Cresciuti i contagi e i decessi per coronavirus in Lombardia. Ieri pomeriggio, l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha fatto sapere che "i positivi sono 7.280, con una crescita molto ampia di 1.489 ma il giorno prima avevamo segnalato una crescita solo di 300 positivi dovuta al fatto che molti tamponi sono arrivati in serata. In Lombardia i morti per coronavirus sono 617, con un aumento di 149 in un solo giorno. Gli ospedalizzati sono 3.852, ogni giorno c'è una crescita di circa 500 pazienti che vengono ricoverati in ospedale. Aumentati i ricoverati in terapia intensiva, sono 560, con un aumento di 94 e questo è il dato più preoccupante", ha aggiunto l'assessore al Welfare. Nell'area metropolitana di Milano i positivi sono 925, più 333 rispetto a ieri. È la provincia di Bergamo la più colpita da contagi di coronavirus ha rilevato Gallera. Anche in provincia di Brescia "il numero dei contagi è cresciuto tantissimo", con un incremento di 561 positivi da ieri a oggi.  A Cremona i casi positivi sono 1.061, a Como "ancora trascurabili con 77 casi", così come a Lecco sono 113, mentre a Lodi "c'è una crescita abbastanza contenuta". In particolare a Codogno, dove ieri sembrava che si fosse arrivati a contagi zero, invece "ci sono pochi casi, 10 da ieri a oggi, un numero estremamente ridotto". In merito all'età dei ricoverati in terapia intensiva, Gallera ha precisato che il 20% delle persone con coronavirus in Lombardia ha oltre 75 anni, il 38% tra i 74 e i 65 anni, il 32% tra i 64 e i 50 anni, il 9% tra i 49 e i 25 anni e l'1% tra i 24 e i 18 anni. 

La polemica

"Quello che può succedere è che a volte un presidio è così affollato che devi decidere chi devi intubare subito e chi invece devi dislocare in un altro presidio, quindi si deve chiamare la centrale e trovare un altro posto, ma per ora è solo una questione di priorità di tempo". Così l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervenedo a una trasmissione televisiva, ha chiarito quanto sollevato ieri dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che aveva parlato di medici costretti a scegliere chi curare e chi no a fronte dei numeri insostenibili dell'emergenza. 

Milano, per 500 letti si pensa alla Fiera

Sono 610 i posti di terapia intensiva che in Lombardia sono destinati a pazienti positivi al Coronavirus, con alcuni presidi che sono in grande difficoltà per l’afflusso costante di persone. L'assessore al Welfare Giulio Gallera ha ricordato che nei giorni scorsi sono stati aperti 223 posti di terapia intensiva ai quali nelle ultime 48 ore se ne sono aggiunti altri 43. Il totale dei letti di terapia intensiva in regione, compresi ovviamente quelli occupati per altre patologie, salgono quindi a 920, contro i 724 posti che si contavano a inizio emergenza. Per avere a disposizione un maggior numero di letti, la Regione come è noto valuta l’opzione di creare un’area all’interno della Fiera di Milano. "Può essere pronta entro 6 giorni, a patto che ci siano i respiratori e il personale, Aspettiamo una risposta della protezione civile", ha spiegato Gallera, intervistato a La7. "Abbiamo già predisposto il progetto con la protezione civile e la Fiera, ha aggiunto. Al netto di questa struttura provvisoria la Lombardia potrà metter in campo altri 200 posti di terapia intensiva nei prossimi 5-7 giorni - ha precisato l'assessore - utilizzando ogni spazio possibile, anche gli scantinati se serve, arrivando così al massimo della sua capacità espansiva".

Verso la chiusura di Linate

È sempre più probabile una chiusura dell'aeroporto di Linate per effetto delle ultime misure d

Milano, le ordinanze del sindaco

Emergenza coronavirus. Ieri, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha firmato un'ordinanza con le prime misure economiche a favore dei milanesi, che sarà in vigore per 15 giorni. ''Le nuove regole vanno rispettate con grande attenzione - ha detto il primo cittadino - Io ho firmato un'ordinanza che incide sulle rette scolastiche, sul pagamento dei tributi, sulla chiusura dei mercati comunali all'aperto, sull'apertura di area B e area C. Se servirà altro lo faremo a partire da oggi, quando firmerò un'ordinanza per rendere liberi i parcheggi di superficie sia per le strisce gialle (riservate ai residenti), e su quelle blu, di solito a pagamento". 

Milano deserta al debutto delle nuove regole

Milano appare deserta, una città ancora più nuda, il giorno del debutto delle nuove misure decise dal governo per contrastare l'epidemia da coronavirus. Ora si incontra a stento qualche auto, rare le persone alle fermate degli autobus peraltro ridotti nelle corse. Chiusi bar, negozi, centri estetici, a tirare su le serrande sono solo i tabaccai, i meccanici, le poche edicole che ancora sopravvivono alla crisi dei giornali, qualche farmacia, il fruttivendolo comincia espone la propria merce fuori al negozio mentre le pompe di benzina non sono tutte aperte. Si incrociano camion di merci e furgoni di formai. Le poche persone che si trovano per strada, nella città che fa della fretta la propria cifra, hanno un passo lento, sguardi bassi, molti sono in strada solo per portare in giro il cane, evitano di incrociarsi.

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