Coronavirus, il governatore Fontana: "Avrei voluto misure più rigide"

Il governatore lombardo chiarisce: "Chi deve viaggiare per ragioni di lavoro può farlo e anche le merci possono viaggiare"

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Milano, 8 marzo 2020 - "Personalmente sarei stato un pochino più rigido nelle misure che attengono al cosiddetto distanziamento sociale, avrei cercato di impedire occasioni di contatto perché il vero problema di questa emergenza è che la gente, a ieri, non si è resa davvero conto della situazione"": il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha commentato in questo modo  il decreto sul Coronavirus (il testo ufficiale) firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e che prevede il "vincolo di evitare ogni spostamento" nell'intera Lombardia e in quattordici province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche fino al 3 aprile. 

Il decreto della Presidenza del Consiglio è molto "pasticciato", ha aggiunto Fontana, che già ieri aveva espresso dubbi.  "Soprattutto nella prima versione - aggiunge il governatore lombardo - c'erano dei dubbi intertpretativi, anche lessicali. Poi qualche chiarimento è stato fatto soprattutto per l'articolo 1 che si riferisce alla limitazione degli spostamenti. Credo di potere dire, per tranquillizzare i cittadini, che il lavoro è una scriminante. Chi deve viaggiare per ragioni di lavoro può farlo e anche le merci possono viaggiare. Questo è il primo punto su cui c'è stata confusione. Ho parlato con il premier Conte a notte fonda che mi ha chiarito che l'interpretazione più giusta fosse questa".

"Avrete visto anche voi - ha concluso - le foto di code interminabili sulle piste da sci, di inaugurazioni di centri commerciali, di assembramenti nei bar, quindi la considerazione che si deve trarre è che la gente non ha ancora capito che è una situazione in cui tutti dobbiamo fare un piccolo grande sforzo. Tutti quanti rinunciare a una parte della nostra libertà, tutti quanti dobbiamo porre essere dei comportamenti virtuosi che consentano a questo virus di non circolare più, che si interrompa la catena del contagio. Purtroppo qualcuno l'ha capito ma molti no, ecco perché dico che sarebbero forse dovuti essere più impegni per mettere di fronte a una realtà oggettiva i nostri cittadini".