Covid, studio del San Raffaele: farmaco antiartrite utile contro virus ma non risolutivo

La sperimentazione è stata condotta su 65 pazienti gravi ricoverati fuori dei reparti di terapia intensiva, la maggior parte dei quali maschi, di 60-65 anni

Il professor Lorenzo Dagna

Il professor Lorenzo Dagna

Milano, 27 maggio 2020 - Il tolicizumab, farmaco per l’artrite reumatoide che si sta sperimentando sui malati di Covid-19, può essere utile nei malati gravi prima del ricovero in terapia intensiva, ma non riduce in modo significativo la mortalità a 28 giorni rispetto ai pazienti trattati con la terapia standard. È quanto emerge da uno studio coordinato da Lorenzo Dagna, primario dell’Unità di Immunologia, reumatologia, allergologia e malattie rare dell’ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato sullo European Journal of Internal Medicine. Si tratta del primo studio su questo farmaco contro il Covid-19 a prevedere un gruppo di controllo, a cui è stato cioè somministrato solo il protocollo farmacologico standard per i malati con quest’infezione ricoverati in ospedale. Il tocilizumab è un anticorpo monoclonale, che agisce bloccando una molecola infiammatoria prodotta dal sistema immunitario, ed è stato usato per contenere la risposta iper-infiammatoria causata dal coronavirus. 

La sperimentazione è stata condotta su 65 pazienti gravi ricoverati fuori dei reparti di terapia intensiva, la maggior parte dei quali maschi, di 60-65 anni. Di questi, 33 hanno ricevuto solo la terapia standard (idrossiclorochina e gli antivirali lopinavir/ritonavir) mentre 32 sono stati trattati, oltre alla terapia standard, anche con tocilizumab. «I risultati ottenuti con tocilizumab, sebbene incoraggianti, hanno mostrato un miglioramento clinico globale e una riduzione della mortalità non statisticamente significativa rispetto alla terapia standard», spiega Corrado Campochiaro, immuno-reumatologo primo autore dello studio. In questi pazienti, infatti, si è registrato un miglioramento clinico nel 69% dei casi rispetto al 61% di chi non lo aveva ricevuto. Ciò significa, aggiunge Dagna, «che il tocilizumab può essere uno dei farmaci da usare contro il Covid, ma non è la panacea».