Coronavirus e scuola, prima settimana in Lombardia: 39 classi in quarantena

Tre casi a Milano città, 14 a Brescia e 5 a Bergamo. Ecco chi già nella prima settimana ha dovuto fermare tutto

Aule vuota

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Milano, 20 settembre 2020 -  Alla fine della prima settimana di scuola in Lombardia, sono già 39 le classi messe in quarantena dalle Ats dopo la scoperta che un alunno che le aveva frequentate è positivo al coronavirus. In testa c’è l’Ats Metropolitana con 18 classi tra il Milanese e il Lodigiano (tre a Milano città), segue Brescia con 14, di cui 6 isolate ieri. La Regione ha creato una rete di ambulatori e drive-through dove in alcune fasce orarie studenti e personale scolastico che hanno sintomi simil-Covid a scuola o a casa possono fare un tampone senza prenotazione con un’autocertificazione, su indicazione del medico o pediatra curante o comunque informandolo. In tutto 73 “corsie preferenziali“, indicate sui siti delle Ats: sono 29 nell’Ats Metropolitana, 10 nella Val Padana, 9 per Bergamo, 7 ciascuna per Brescia e la Montagna, 5 nella Brianza e 3 ciascuna per Pavia e l’Insubria. 

Sono ventuno, contati a venerdì, i positivi “scolastici“ al coronavirus che hanno indotto l’Ats Metropolitana a mettere in quarantena 18 classi dal nido alle superiori tra il Milanese e il Lodigiano nei primi cinque giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Risultati di tamponi che hanno certificato a lezioni iniziate il contagio di un insegnante di scuola media (dove l’Ats, che per il personale valuta caso per caso, non ha isolato alcuna classe) e di venti alunni, sei delle elementari, due delle medie, tre delle superiori e ben nove, cioè quasi metà, distribuiti tra nidi e scuole dell’infanzia.

A Milano città, a parte mezza classe di liceo isolata prima dello squillo della campanella per aver incontrato un compagno risultato positivo, sono sinora tre le classi mandate a casa ad anno scolastico iniziato: una appartiene al plesso delle Orsoline di San Carlo, per tutte la quarantena è scattata giovedì e si è estesa alla squadra di basket in cui gioca uno degli studenti positivi. Mentre non c’è isolamento per i vicini di banco di un ragazzo delle superiori che s’è scoperto contagiato venerdì, ma non era andato a scuola.

Le altre quindici classi si distribuiscono tra l’hinterland milanese e il Lodigiano, dove sono finiti in quarantena venti bambini di un asilo del capoluogo e quindici di una materna di Codogno, paese-simbolo della pandemia lombarda. A Cisliano, nell’Alto Milanese, venerdì il tampone positivo di due alunni delle medie ha permesso all’Ats di trasformare in isolamento domiciliare la decisione preventiva della scuola di mettere le loro classi a casa, dopo aver saputo che i genitori erano contagiati. 

Non tutti sono stati così prudenti, e anzi, dei primi dieci alunni scoperti positivi tra Milano e Lodi, più di metà erano stati mandati a scuola mentre aspettavano l’esito di un tampone, cioè violando l’isolamento domiciliare obbligatorio, ha ricordato il direttore dell’Ats Walter Bergamaschi invitando le famiglie a rispettare quel «patto di corresponsabilità» con le autorità sanitarie e le scuole che è indispensabile a tenerle aperte in pandemia. Insieme al tracciamento rapido dei nuovi positivi: l’Ats Metropolitana in pochi giorni ha messo in piedi 29 corsìe preferenziali (sei nel Lodigiano, 11 nell’hinterland milanese e 12 in città) per garantire il tampone ad accesso diretto ed esito in giornata a studenti e personale scolastico con un’autocertificazione dei sintomi simil-Covid e l’indicazione del medico curante. E alleggerire le lunghe code ai drive-in che venerdì a Milano hanno costretto a far deviare un autobus vicino all’ospedale San Carlo. Giulia Bonezzi