MAURO CERRI
Cronaca

Guardiani, animali selvatici e turisti estremi: ecco cosa è oggi Chernobyl

Nella zona della centrale nucleare, meta "turistica" per gli amanti del rischio, vivono circa 2mila addetti ai lavori

L'interno della centrale

L'interno della centrale

La pluripremiata serie televisiva intitolata Chernobyl, trasmessa in Italia prima da Sky e poi da La 7, ha riacceso i riflettori sull'incidente nucleare del 1986 che per molti ha rappresentato l'inizio della fine dell'Unione Sovietica. Una produzione televisiva di successo mondiale che ha raccontato il devastante disastro atomico che ha spazzato via vite e territori, dispiegando ancora oggi i suoi nefasti effetti, attraverso le vicende umane capaci di restituire le gravi responsabilità, non solo tecniche, all'origine della tragedia. Ma, soprattutto, le immagini dei palazzi sovietici di Pripjat della vita al loro interno, degli oggetti domestici abbandonati nelle case e per le strade, oltre a quelle delle centrale ancora funzionante, prima del disastro, hanno riacceso un fenomeno "umano" che si era allentato: quello del turismo estremo: pare che due anni fa circa 60mila persone abbiano visitato la cosiddetta "zona di alienazione", un'area di 30 km dove la radioattività è ancora ben oltre le soglie di sicurezza e lo resterà a lungo.

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I tour guidati

Ma chi sono questi turisti estremi? Amanti del rischio provenienti da tutte le parti del mondo, soprattutto dal Nord Europa, che amano sfidare il pericolo per vedere con i propri occhi quel che resta della centrale e delle cittadine vicine e per poi documentare con video pubblicati sui social e gli immancabili selfie la loro presenza nella "danger zone". Basta un clic su YouTube per rendersene conto. Nella zona alienata non si può vivere, lavorare nè circolare, ovviamente, a meno di non avere un'autorizzazione che consente una visita temporanea di poche ore ai luoghi con pause e test medici per misurare la radioattività. Il lasciapassare si può ottenere tramite vari tour operator locali che accompagnano i turisti alla "scoperta" di Chernobyl, assicurando che brevi permanenze non mettono a repentaglio la salute. se si rispettano alcune regole di buon senso: vietato mangiare nella zona di alienazione, indossare vestiti coprenti e scarpe chiuse - spesso vengono fornite tute anti-radiazioni-, non toccare oggetti, non sedersi o sdriarsi per terra, non prelevare nulla. Eppure, non mancano collezionisti di cimeli. Un recente documentario televisivo racconta di abiti e scarpe utilizzati dai volontari che doveveno liberare il tetto della centrale dalle scorie radioattive armate di pale - ognuno aveva pochi secondi a disposizione per l'operazione per non contaminarsi - prelevati dai sotterrranei dove erano stati abbandonati per sempre. La verità è che ci sono turisti estremi fai-da-te che si muovono soli in un territorio che non può essere controllato per intero.

La giostra fantasma
La giostra fantasma

I nuovi abitanti

La zona di alienazione non è deserta: a Chernobyl oggi abitano circa 2mila persone. Sono addetti ai lavori: guardiani, agenti di polizia, tecnici e guardie che hanno il compito di vigilare sul sarcofago che avvolge il reattore esploso e di evitare intrusioni da parte di estranei che tuttavia si ripetono.  Ovviamente non si tratta di residenti fissi, il soggiorno è consentito per un numero limitato di settimane a seconda dell'incarico svolto, prima di allontanarsi per svolgere esami medici e "disintossicarsi". Peraltro, c'è un crescente interesse a ricoprire questo tipo di mansioni da parte dei giovani disoccupati della zona, noncuranti delle possibili conseguenze sulla salute e attratti da stipendi certi e relativamente alti. Il governo ucraino ha definito abitabilli alcuni territori nei pressi di Chernobyl senza però definire con esattezza il perimetro. Ma quando si potrà tornare a vivere nella zona di esclusione senza alcun pericolo e in assenza di radiazioni? Non prima del 2080, sostengono alcuni scienziati.

La natura 

L'immagine più iconica di cosa resta oggi di quell'area è la città di Pripjat che prima dell'incidente nucleare era una fiorente centro, in tipico stile sovietico, dove vivevano circa 50mila abitanti, molti impiegati all'interno della centrale, da cui dista una decina di chilometri. Pià che mai simbolico il parco divertimenti mai entrato in funzione nella cittadina modello, dove giardini, piscine e palazzi monoblocco, costituivano un ordinato skyline. Da 35 anni è disabitata e nelle case sono rimasti molti oggetti personali degli abitanti che sono stati allontanati con colpevole ritardo dall'area contaminata. A dire il vero, oltre a guardie ed agenti, si vedevano fino a pochi anni fa circolare anche disperati e senza tetto che sono stati allontanati. La natura ha preso il sopravvento sull'opera umano, trasformando in una sorta di selva spontanea i quartieri fantasma, dove si aggirano cani randagi e talvolta appaiono orsi e cervi. Poco lontano, si staglia la cosiddetta foresta rossa che assunto tale colore a causa delle radiazioni: un luogo da cui tenersi lontano.