L’Africa cuore del business, Lombardia prima regione per export nel continente

Un giovane varesino ha creato un network che facilita i contatti e ha fatto boom

Vadoinafrica.com

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Milano, 28 gennaio 2020 -  C’è Ifeoma che ha fatto successo con gli abiti “afrofashion”, Paul che esporta caffè dal Togo, Karaounga che produce semilavorati per panetterie in Senegal. Ma anche Simone che si occupa di fotovoltaico in Ghana oppure Elena che fa l’architetto in Botswana. Storie, settori e background differenti, ma con un comune denominatore ben definito: l’Africa. Un continente di cui parliamo tanto ma sappiamo poco, un luogo infarcito di pregiudizi e stereotipi. A ribaltare quest’impostazione sta provando Martino Ghielmi, uno che l’Africa la conosce davvero, per formazione culturale (laurea in Relazioni internazionali con specializzazione proprio sul Continente Nero) e per averla girata in lungo e in largo, lavorandoci sul campo. Tre anni fa ha fondato “Vadoinafrica”, una community che mette in rete esperienze, consigli e contatti per chi vuole andare in Africa, che sia per business o anche solo per un turismo “consapevole”.

«Tutto è cominciato nel marzo 2017 con un blog – racconta Ghielmi – oggi abbiamo un network libero che mette in collegamento oltre 10mila persone e un business lab dedicato a professionisti e imprenditori. Organizziamo anche meetup, nelle principali città italiane e africane, l’ultimo è stato a Milano poco prima di Natale". Vadoinafrica si sta sviluppando come un’azienda di consulenza e formazione a tutti gli effetti, con dozzina di associati al lavoro su singoli Paesi o settori.

«In Italia c’è molta ignoranza su questo continente – spiega Ghielmi – al di là della psicosi migranti, sedimentata per secoli nel nostro humus culturale, si tende a ragionare per stereotipi. Quest’idea dell’aiutare, che sia a casa nostra o a casa loro, va superata: l’Africa è un continente che, come tutti gli altri, chiede innanzitutto dignità. Si tratta poi di un mercato che offre enormi possibilità".

Business is business, insomma, senza razzismo e senza “buonismo”. Le opportunità per far affari non mancano, in particolare in alcuni settori, come quello dei trasporti–logistica o dell’agroalimentare. "L’Africa è l’unica zona del mondo in cui si registra una costante crescita demografica, ma per il cibo dipende molto dalle importazioni nonostante la ricchezza di materie prime: il nodo della trasformazione agroalimentare sarà centrale nei prossimi anni".

La community fondata da Ghielmi mette quindi in relazione le varie esperienze, sia di italiani che investono in Africa sia di africani che hanno a che fare con l’Italia o comunque parlano la nostra lingua. Senza dimenticare una categoria fondamentale: i cittadini italiani di origine africana, figli di immigrati ma anche gli immigrati stessi che non hanno dimenticato le loro radici. "In Italia ci sono 100mila senegalesi – cita ad esempio Martino – molti hanno raggiunto un certo benessere e sono in grado di tornare nel loro Paese da imprenditori". Sfaccettature di un mercato globale, un mercato in cui l’Africa rientra a pieno titolo. Per chi è in grado di andare oltre i pregiudizi.