Cos'è il bus surfing e dove si è diffuso: incoscienza, noia, voglia di brividi

I casi italiani, le varianti britanniche, le forme estreme in Brasile, il ruolo dei social: radiografia di una moda stupida e pericolosa

Abbiamo avuto chi si stendeva sulla strada sfidando i rivali a chi si sarebbe alzato per ultimo all'arrivo di un'auto o un altro veicolo. Oppure, brividi che oramai si perdono nei tempi passati, le "chicken run", come quella immortalata nel film Gioventù Bruciata, in cui due "piloti improvvisati" si sfidano a chi abbandonerà per ultimo una vettura lanciata verso il nulla. Ora abbiamo il bus surfing, come testimoniato da un paio di servizi realizzati da Lodi per il nostro sito. Ogni epoca ha la sua "prova di coraggio" che, in realtà, è solamente un'incosciente caccia al brivido messa in scena con l'obiettivo di dimostrarsi più coraggioso - più stupido, semmai - di amici e amiche. Anche a rischio di farsi male. Mode che ora vengono amplificate dall'effetto social, che amplifica le gesta attraverso video condivisi e ricondivisi su profili privati e pagine create ad hoc.

Cosa è il bus surfing

I bus surfer si appendono agli autobus in movimento, solitamente sul retro, agganciandosi ai maniglioni o ad altre sporgenze, rimanendo in equilibrio precario sul predellino e saltando giù alla prima fermata disponibile o, addirittura, in movimento. In alcune occasioni sono state segnalate "gare" a chi resiste più a lungo. In Lombardia casi sono stati segnalati a Lodi ma anche a Milano, dove oltre ai bus sono stati "presi d'assalto" anche i camion dell'Amsa. All'estero, per esempio in Galles, alcuni media hanno riportato testimonianze di autisti che hanno avvistato ragazzi impegnati a cercare di attaccarsi ai bus in movimento mentre sono sullo skateboard o alla guida di uno scooter. Immancabile la ripresa video della follia e la successiva pubblicazione - con realtive condivisioni - sui social. 

La mappa del bus surfing rivela una diffusione a macchia di leopardo: in Europa oltre ai casi italiani la fa da padrone la Gran Bretagna. Poi il Sud Africa (con un video girato a Durban particolarmente scioccante e popolare) e il Canada

I bus surfer brasiliani

Nel 2021 il New York Times ha pubblicato un servizio su una forma ancora più estrema di bus surfing, sperimentata da alcuni giovani brasiliani, riuniti in una gang ribattezzata con l'inequivocabile nome "Loucos do Surf" (Surfisti pazzi). I giovani, fra i 12 e i 16 anni, come documentato nelle fotografie pubblicate sul sito del quotidiano americano, sono soliti addirittura salire sul tetto dei pullman, scattando selfie e inscenando folli coreografie di gruppo. Non manca chi si "limita" ad appendersi a finestrini o alle sporgenze sul retro del veicolo. "Vogliamo solo divertirci", disse uno dei giovani brasiliani al reporter che realizzò il servizio, sottolineando come fosse appena stato chiuso il campo di calcio nel rione dove la "moda" si era diffusa, unico spazio per sfogarsi e giocare a disposizione dei ragazzi.