Biancaneve, il bacio e le fiabe di cui si non potrebbe parlare

Dal bacio rubato sino ai nani, passando per la mamma di Bambi e il bullismo di Cenerentola: il politicamente scorretto nelle favole

La scena di Biancaneve con il bacio incriminato (Ansa)

La scena di Biancaneve con il bacio incriminato (Ansa)

Giù le mani da Biancaneve. La polemica sollevata dal San Francisco Gate in merito alla favola di Biancaneve e alla sua trasposizione cinematografica firmata Disney - "Il principe dà a Biancaneve un bacio senza il suo consenso mentre lei dorme. Non può essere vero amore se soltanto uno dei due è consapevole di quello che sta accadendo" hanno tuonato due giornaliste della testata americana - pone numerosi interrogativi e rischia di mettere in discussione gran parte delle favole con cui milioni di persone sono cresciute dagli anni Ottanta a oggi. Persone cresciute, perlomeno per quanto riguarda la stragrande maggioranza, senza particolari turbe riconducibili ai contenuti di fiabe, favole o cartoni animati. Cosa succederebbe se analizzassimo alcune delle più note favole al mondo secondo i nuovi criteri, ormai abusati e spesso grotteschi, del "politicamente corretto"? 

Biancaneve e i sette nani

"Nani". Già il termine sarebbe discriminatorio. Affermare che un uomo sia un "nano" significa oggi fare del body shaming. Per non parlare del fatto che Biancaneve è una donna, che non lavora, che vive nella stessa casa con sette uomini, che hanno un'occupazione. Una mantenuta che vive in promiscuità, insomma. 

Cappuccetto Rosso

Siamo al trionfo del politicamente scorretto. Una nonna, anziana e malata, che vive da sola in mezzo al bosco. E una nipote non certo maggiorenne che viene lasciata avventurarsi da sola. E questi elementi basterebbero da soli a non rendere questa storia esemplare per i bimbi. A tutto ciò va ad aggiungersi il lupo, che prima aggredisce la nonna e poi viene ucciso barbaramente dal cacciatore. Insomma, animalisti all'assalto.

La Sirenetta

Che dire della storia dell'ingenua Ariel? La sirena, quindi una creatura metà donna e metà pesce, si innamora di un giovane uomo. Lasciando perdere il trattamento riservato ai pesci e ai crostacei - basti pensare al rischio che corre il granchio Sebastian quando sta per finire in pentola - che farebbe scendere in piazza molti animalisti, che levata di scudi dovrebbe esserci sulle scene in cui Ariel viene privata della voce eppure essendo esteticamente una bella ragazza questo non ha rilevanza? 

Bambi

Il dramma. La tragedia. Un cerbiatto la cui madre muore. Tutto davanti agli occhi dei piccoli che guardano il cartone animato o che leggono la storia. Ferite dell'anima indelebili, che secondo gli attuali modelli educativi potrebbero condizionare la crescita dei piccoli spettatori.

Cenerentola

La protagonista viene obbligata dalle sorelle cattive a fare le pulizie. Se non è sfruttamento questo. Caporalato, sfruttamento, bullismo: un repertorio vasto di soprusi, abusi e angherie che in confronto i video su YouTube delle bravate degli studenti delle peggiori scuole italiane sarebbero comportamenti quasi stucchevolmente disciplinati.

La bella addormentata

La principessa si addormenta attraverso un incantesimo e dopo cento anni, in cui era rimasta nel castello, viene svegliata dal bacio di un principe: sequestro di persona e violenza. Esattamente come Biancaneve. E in entrambi i casi c'è il poco politicamente corretto della donna che senza un bacio di un uomo non riesce neppure a svegliarsi. E qui ecco orde di femministe preparare cartelloni in stile "Il sonno è mio e me lo gestisco io".

Hansel e Gretel

La fiera di ciò che oggi, se si applicassero le rigide regole di certi benpensanti, non solo non si potrebbe dire ai bambini ma non si dovrebbe neanche far loro immaginare. Un'anziana, la strega, che rapisce e tiene segregati due bambini, cercando persino di mangiarseli. Orrore puro. Una storia che neanche Wes Craven, Dario Argento e Stephen King insieme avrebbero mai potuto concepire. Una storia di orrore e raccapriccio che sarebbe certamente vietata ai minori di 18 anni.

I tre porcellini

"Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin". Già, piccoli. I tre porcellini, quindi piccoli maiali, erano stati mandati via di casa dalla madre. Il motivo? Per vivere da soli e in modo autonomo. Tre piccoli maialini. Tre bambini vengono allontanati da casa. Un trauma indicibile per qualsiasi bambino, che una volta sentita la storia non potrebbe fare altro che aggrapparsi alla caviglia della madre e preferire di essere trascinato per tutta la casa piuttosto che subire la stessa sorte dei piccoli porcellini. Almeno però sono tre fratelli. Aspetto politicamente correttissimo: unità famigliare. Ma non vanno ad abitare insieme. Ognuno di loro costruisce una propria abitazione. Senza prima avviare alcuna pratica. Quindi? Abusivismo edilizio. Ma c'è di peggio. Perché arriva il lupo. Che vuole aggredire i porcellini. E uno di loro, pur di non farlo entrare in casa, lo condanna a una delle morti peggiori: bollito in un pentolone. Vegetariani, vegani, animalisti: accorrete tutti. Bisogna salvare un lupo e condannare un maiale. No, sarebbe comunque violenza nei confronti degli animali.