Al Mondino di Pavia la diagnosi delle malattie rare neuromuscolari si fa con l'intelligenza artificiale

Presentato in anteprima mondiale il progetto di due giovani fisici del Mondino, in dieci secondi si riesce ad avere il risultato dell’analisi

Raffaella Fiamma Cabrini e Leonardo Barzaghi

Raffaella Fiamma Cabrini e Leonardo Barzaghi

Pavia, 22 maggio 2023 – L’intelligenza artificiale arriva in aiuto della diagnosi e monitoraggio delle malattie rare neuromuscolari. Due giovani fisici Leonardo Barzaghi, 30 anni e Raffaella Fiamma Cabini, 26, dottorandi del Centro “BioData Science” hanno sviluppato alla Fondazione Mondino di Pavia un progetto di ricerca per l’impiego sperimentale delle reti neurali per l’acquisizione delle immagini di risonanza magnetica. In pochi secondi, fino a un massimo di dieci, è possibile ottenere informazioni accurate sulle proprietà dei tessuti patologici.

I due giovani, già laureati in fisica a Pavia e Milano, hanno presentato il progetto in anteprima mondiale al CompMat Spring Workshop”, l’evento dedicato alle nuove frontiere del machine learning e della matematica computazionale, organizzato oggi dall’Università di Pavia che si è svolto nell’aula Foscolo. Grazie a due borse di studio finanziate dal centro neurologico pavese, i due ricercatori hanno studiato lo sviluppo degli algoritmi di "machine learning" e "deep learning" per la previsione di biomarcatori quantitativi delle malattie dell’apparato muscolo-scheletrico.

“Per supportare la diagnosi e aumentare la qualità delle immagini anatomiche ad alta risoluzione ottenute tramite la risonanza magnetica, negli ultimi anni sono state sviluppate tecniche che permettono di quantificare le proprietà fisiche dei tessuti patologici – spiega Barzaghi –. L’uso dei modelli più evoluti di intelligenza artificiale consente oggi di accelerare i tempi di acquisizione delle informazioni quantitative della patologia come, ad esempio, quelle realtive alla quantità dell’infiammazione, dell’atrofia e la percentuale di grasso. Grazie alle reti neurali si possono ottenere immagini in pochi secondi, abbattendo i tempi necessari con i metodi standard, quantificabili in ore”. La ricerca di Barzaghi si è concentrata sulle immagini cliniche, mentre quella di Cabini su quelle precliniche.