Gianluca Bosia
Cronaca

Bimbi adottati in Congo, scontro tra 22 famiglie e Commissione

La Cai: "La maggior parte delle coppie si dissocia dall'iniziativa di ieri alla Camera dei Deputati"

Il ministro Maria Elena Boschi sull'aereo che il 28 maggio 2014 portò in italia una trentina di bimb

Milano, 6 agosto 2015 - Mentre 150 bambini adottati in Congo sono impossibilitati a lasciare l'Africa e a raggiungere i loro genitori adottivi in Italia è scontro tra alcune famiglie e la Commissione adozioni internazionali (Cai). Se ieri 22 coppie (alcune lombarde), mettendoci la faccia in diretta web dalla Camera, si sono lamentate per la mancanza di informazioni da parte di Cai e governo sulla sorte dei loro figli oggi arriva la replica della Commissione che difende il suo operato e si dissocia dalla pubblica iniziativa di quei 44 papà e mamma citando una lettera ricevuta dalle altre, almeno 80, famiglie prigioniere dell'incubo Congo e dei figli legittimamente adottati ma impossibilitati dal settembre 2013 a lasciare il Paese per un blocco voluto dal presidene congolese Kabila in attesa che si faccia chiarezza su alcune anomalie - adozione da parte di coppie gay nordamericane soprattuto ma non solo - che si sarebbero verificate negli scorsi anni. 

"La stragrande maggioranza delle coppie (oltre 100) - si legge nel comunicato Cai - che stanno attendendo l’arrivo dei loro figli dalla Rdc hanno scritto alla Presidente della Commissione per le adozioni internazionali per dissociarsi da un’iniziativa mediatica, da loro non condivisa né autorizzata, promossa solo da poche famiglie e tenutasi ieri alla Camera, auspicando che del loro fermo dissenso e delle loro legittime preoccupazioni prendano atto la Commissione e il Presidente del Consiglio.Le coppie temono, difatti, ripercussioni negative sulle loro procedure adottive e sul futuro dei loro figli, proprio mentre è in corso in Rdc  l’esame dei fascicoli depositati dalla Cai nell’interesse di tutti i genitori adottivi italiani, fatto della cui importanza e delicatezza erano state tutte puntualmente informate dalla Commissione".   E ancora: "Nella lettera inviata alla Presidente della Commissione tutti i genitori adottivi hanno  rinnovato il massimo appoggio e la massima fiducia nell'operato della Commissione e del Governo e hanno rappresentato  la grandissima  preoccupazione per le irresponsabili strumentalizzazioni, cui tale iniziativa avrebbe inevitabilmente dato luogo  proprio in un momento così delicato, in cui la Rdc ha dato un importante segnale di voler risolvere la situazione".

"Notizie non rispondenti al vero e irresponsabilmente diffuse e campagne strumentalmente orchestrate non fanno gli interessi delle famiglie e dei loro figli, tendono a disorientare senza ragione l’opinione pubblica e denotano il chiaro intento di pregiudicare l’azione della Commissione e del Governo e i rapporti con la Rdc, creando criticità e problemi inesistenti in quel Paese; dando vita ad un clamore mediatico che, fondato su una falsa rappresentazione dei fatti, tende a delegittimare  ingiustificatamente le istituzioni e a vanificarne il tanto lavoro svolto e ancora in corso". Dalla Cai poi il sospetto che i 44 papà e mamme "ribelli" siano politicamente strumentalizzati da qualcuno che avrebbe approfittato della loro disperazione e debolezza. "Ancora una volta, quindi, la Commissione si vede costretta a stigmatizzare una irresponsabile strategia che, a sostegno di interessi poco chiari, anche strumentalizzando la comprensibile vulnerabilità delle coppie in attesa e istigandole, contro il loro stesso interesse, a disattendere le raccomandazioni della Commissione e ad assumere atteggiamenti non utili all'ottenimento di una soluzione positiva, mira ad ostacolare l'attività della Commissione e a delegittimare l'azione di Governo che essa esprime, anche attraverso un inopinato clamore mediatico".   Insomma mentre i bimbi restano in Africa, e qualcuno secondo fonti internazionali muore,  in Italia si litiga a suon di comunicati. Come hanno detto ieri le 22 famiglie "all'estero - vedi Usa e Francia - la comunicazione tra governo e genitori è continua" in Italia invece si preferisce il silenzio oppure ci si afida ai comunicati. Posizione, quella delle 22 coppie, non condivisa da altre famiglie ma è anche vero che negli Usa come in Francia e Belgio genitori, enti per le adozioni, governo e diplomazia sono un fronte unico mentre in Italia non c'è unità. Anzi, la polemica e lo scontro soprattutto sui social sono virulenti. La scelta dei 44 papà e mamma di uscire allo scoperto dopo due anni di attesa per abbracciare quanto prima i propri figli è stata pesantemente criticata da altre famiglie che invece credono che il silenzio e l'affidarsi alla Cai e alla diplomazia sia la strada più giusta, nonostante gli scarsi risultati ottenuti - non solo dall'Italia - in questi due anni. I bimbi aspettano mentre su di loro si gioca una partita politica internazionale - il Congo si prepara alle elezioni presidenziali - e la disperazione dei loro genitori cresce. Pensare che al centro di ogni adozione, nazionale e internazionale che sia, dovrebbe esserci il bisogno di un bambino rimasto senza un papà e una mamma.