REDAZIONE CRONACA

Adescava minori sui social network: denunciata una ragazza di 20 anni

Condivideva con le vittime conversazioni e foto a sfondo sessuale. L'indagine della Procura di Trento è partita dalla segnalazione di un 12enne

Sempre più impegnata la polizia postale contro le minacce dal web

Prima li adescava sui social network, poi intratteneva con i minori conversazioni a sfondo sessuale inducendoli anche a condividere immagini intime: una ragazza di 20 anni di Sanremo è stata denunciata dalla polizia postale di Bolzano. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica Distrettuale di Trento, è scaturita dalla segnalazione di un 12enne: il meticoloso lavoro degli inquirenti ha così consentito di individuare la responsabile, una giovane sanremese. Secondo quanto chiarito, la responsabile attirava le vittime sulle principali piattaforme di messaggistica istantanea.

Immediata la segnalazione arrivata da Trento agli specialisti della polizia postale di Imperia e Genova: la perquisizione ha permesso di rinvenire sul cellulare della 20enne le chat e le immagini utilizzate per adescare il minorenne di Trento e altri ragazzini in tutta Italia. La sanremese è stata denunciata per adescamento di minore online.

Il caso di Pioltello

Pochi giorni fa una storia analoga si è verificata anche a Pioltello, in provincia di Milano. I carabinieri hanno arrestato un 22enne incensurato, che grazie a un falso profilo creato sui principali social network si fingeva un bambino di 13 anni, riuscendo a conquistare la fiducia di altri minori in svariate città italiane. Una volta adescati, intratteneva con loro chat a contenuto sessuale fino al punto di spingere le vittime a scambiare foto e video con lui. Sul suo computer e sulle sue chat nascondeva - tra immagini e video - oltre 1.300 file a contenuto pedopornografico. L'arresto del giovane è il risultato di un'inchiesta avviata dal pm di Palermo, Ilaria De Somma, nel 2019 dopo la denuncia presentata dal padre di una minorenne finita nella rete dell'arrestato. Dal telefono della prima vittima, gli accertamenti investigativi si sono poi allargati a vari profili social che l'autore, nascosto sotto falsa identità di un bambino di 13 anni, aveva creato per scegliere e selezionare le sue vittime, soprattutto minori di 14 anni.