Serie B, il presidente Figc: "La Cremonese, quart'ultima in classifica, non retrocede"

Le speranze della squadra e la dolorosa testimonianza del portiere bergamasco Michael Agazzi: “Ho perso la zia e ogni giorno sento un amico che ha perso un parente"

Michael Agazzi in allenamento

Michael Agazzi in allenamento

Cremona, 5 aprile 2020 - In questi giorni di emergenza sanitaria non è davvero facile pensare al calcio. Un’osservazione che vale a buon diritto in una città come Cremona costretto a fare conti assai delicati con l’epidemia. Ne è convinto il portiere Michael Agazzi, che ha raccontato la particolare situazione che lui, bergamasco che abita nella città del Torrazzo, si trova a vivere: “Amo il calcio, ma adesso è impensabile ripartire – è la posizione dell’estremo difensore – Penso a chi non ce la fa, a chi è malato e a chi si sente a pezzi. Il calcio è uno sport di contatto e ogni partita una società muove almeno quaranta, cinquanta persone”.

Riflessioni legate al difficilissimo momento anche personale: “Ho perso la zia e ogni giorno sento un amico che ha perso un parente. E’ facile dire che Bergamo doveva diventare prima zona rossa, così come è facile dire che è partito tutto da Atalanta-Valencia, ma non sopporto le polemiche fatte dopo. A Cremona abbiamo capito subito la gravità della situazione, sentivamo le ambulanze dal Centro Sportivo. La Cremonese è stata la prima a fermarsi e non dimentichiamo l’aiuto di Arvedi ai sanitari americani”.

Un intervento importante, che ha voluto offrire un sostegno importante ad una città duramente colpita dell’emergenza ed alla quale in questi difficili giornate ha dedicato un saluto anche Michele Cavion, che, nonostante il passaggio all’Ascoli è rimasto molto legato all’ambiente cremonese: “A Cremona ho lasciato tanti amici. Uno di questi era Roberto Denti, uno dei magazzinieri grigiorossi. Ho anche un altro amico che è stato colpito dall’infezione ed è uscito da poco dall’ospedale. Non vede i famigliari da oltre un mese. Il mio primo pensiero va alle persone colpite dal virus o hanno famigliari coinvolti”.

Tutto questo per uno stato delle cose che pone in secondo piano l’aspetto agonistico, anche se sono in molti a chiedersi quale potrà essere il destino di questa stagione e della prossima. Un interrogativo al quale, almeno fino a questo momento, non è stata data alcuna risposta ufficiale, anche se il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha sintetizzato la posizione attuale: “Penso che annullare il tutto sarebbe abbastanza complicato. Avremmo un’emergenza legale nell’emergenza sanitaria. La nostra speranza è quella di poter concludere la stagione sul campo e si farà il possibile per riuscirci. Certo, sarà fondamentale seguire l’evoluzione dell’epidemia, ma, in ogni caso, bisognerà riflettere su diversi aspetti, dalle promozioni alle retrocessioni. Non è questo il momento – è lo spunto dedicato in modo specifico alla serie B – ma è chiaro che chi ha il diritto a partecipare ad un campionato diverso sono le prime due, mentre la terza non viene individuata. Ad oggi la quartultima (che è proprio la Cremonese – ndr) non retrocede. Comunque farà di tutto perché il campionato trovi la sua definizione sul campo”.