Visoni da abbattere a Capralba: "non è giusto"

L’amarezza del titolare dell’allevamento più grande d’Italia. "Non potrò recuperare neppure le pelli"

Giovanni Boccù, titolare dell’allevamento di visoni di Capralba, il più grande d’Italia

Giovanni Boccù, titolare dell’allevamento di visoni di Capralba, il più grande d’Italia

Capralba, 2 dicembre 2020 - Gli allevamenti di visoni sono una bomba virologica. Con migliaia di animali stipati in pochi metri quadri il coronavirus replica continuamente e tanto più replica tanto più può generare mutazioni che metterebbero in pericolo il vaccino. Perciò il Ministero della Salute ha sospeso per tre mesi l’attività degli allevamenti di visoni con abbattimento degli animali laddove siano stati riscontrati casi di positività come all’allevamento Mi.Fo. di Capralba, il più grande in Italia, dove i 30mila visoni presenti saranno abbattuti, riproduttori compresi, per poi essere inceneriti, per fermare il pericolo di contagio da coronavirus. Ai primi di agosto un operaio del Mi.Fo. era risultato positivo al coronavirus. Da lì l’intervento delle autorità sanitarie, che hanno fatto i tamponi a tutte le persone impiegate nell’azienda (risultate negative) e poi a centinaia di animali.

Due i visoni leggermente positivi e immediato il provvedimento di fermo dell’attività. I tamponi sono proseguiti e un nuovo caso di positività, anche questo leggermente positivo, è stato riscontrato a fine ottobre. Giovanni Boccù, titolare dell’allevamento, ha fatto ricorso al Tar di Brescia e ha vinto ma nello stesso giorno in cui ha saputo del pronunciamento dei giudici amministrativi l’Ats ha bloccato tutto, in attesa del pronunciamento del ministero della Salute, arrivato lunedì 23 novembre, col quale è stata sospesa l’attività di tutti gli allevamenti di visoni presenti sul territorio nazionale. "Stanno andando in fumo – afferma Boccù - quarant’anni di lavoro e investimenti milionari. Ora mi ordinano di abbattere 30mila visoni, riproduttori compresi, e di incenerirli cosicché non potrò nemmeno recuperare le pelli. Ci fossero animali malati, sarei io il primo ad alzare le mani per la salvaguardia della salute pubblica ma il virus qui non c’è e non sono io a dirlo ma l’Istituto Zooprofilattico di Brescia e i giudici. Quando la pandemia sarà finita è nostra intenzione provare a riprendere l’attività ma sarà complicato se non avremo le risorse".

La situazione non è chiara. In Danimarca si stanno abbattendo 17 milioni di visoni perché il virus sarebbe passato dall’animale all’uomo e avrebbe infettato 12 persone. Inoltre, si dice che il virus si propaga nell’animale molto velocemente. Teoria che non trova conferme in quanto succede nell’allevamento di Capralba, dove ad agosto c’erano due visoni leggermente infetti e a ottobre se ne è trovato solo un altro, su un totale di 30mila esemplari. In ogni caso, sarebbe necessario rivedere le leggi che permettono gli allevamenti, visto che, secondo il ministero della Salute, possono diventare fonte di infezione per l’uomo.