PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Boa Vista Ultra Trail, due sessantenni cremaschi alla maxi-corsa tra i deserti

Carlo Milanesi e Rosolino Orini si misureranno tra le distanze di 75 e 150 chilometri in una delle maratone agonistiche più difficili al mondo

Carlo Milanesi e Rosolino Orini

Crema, 28 novembre 2019 - Partono in due per l’Ultra Trail marathon a Capo Verde, la corsa più difficile del mondo. Carlo Milanesi, 59 anni e Rosolino Orini, che di anni ne ha 64, si cimentano in questa corsa che si divide tra deserto e oceano per arrivare al traguardo. La gara, tra le più massacranti, prevede tre percorsi. C’è chi fa la corsa breve (!), la maratona, chi si cimenta nella 75 chilometri e chi, addirittura, si spinge fino ai 150. 

I due cremaschi si misurano sulle due distanze maggiori. Per Ramon (Rosolo) Orini si tratta di un ritorno alle origini, dopo che lo scorso anno aveva ceduto il passo. Orini, ex responsabile degli impianti sportivi del comune di Crema, in pensione da qualche mese, ha deciso di rimettersi le scarpette e di riprovare l’emozione lunga un giorno e una notte della gara più estenuante. Si farà di nuovo, la quinta volta, i 150 chilometri che da Sal Rai portano a Boavista.  Nelle precedenti gare Orini è riuscito ad arrivare in fondo tre volte, mentre una volta ha dovuto fermarsi a causa di un sasso maligno che non aveva visto spuntare dalla sabbia e contro il quale ha sbattuto un piede, procurandosi una piccola frattura. Anche in quell’occasione ha cercato di arrivare in fondo ma non ce l’ha fatta.   «La corsa è massacrante e il pericolo di perdersi è reale. Specie quando scende il sole – dice Orini. – Tuttavia in questi ultimi mesi sono riuscito ad allenarmi e ho deciso di venire qui un’altra volta. Bisogna essere consapevoli che ad arrivare sono davvero pochi. Però io ce l’ho già fatta e anche se ho due anni in più della volta scorsa, spero di arrivare ancora in fondo».  Orini ha un record di circa 25 ore e a questa corsa prendono parte una cinquantina di atleti e ne arrivano non più di 15.

Diversa l’esperienza di Carlo Milanesi. Presidente dell’associazione Aperunning di Crema, che ogni mercoledì si ritrova per una corsa di una decina di chilometri, qualsiasi tempo atmosferico incomba, che si cimenta per il secondo anno consecutivo sulla 75 chilometri.  «Lo scorso anno ho perso tempo nelle ultime due ore. Qui il sole cala presto e fa subito buio. Non avevo con me una torcia in grado di mostrarmi la strada e mi sono perso alcune volte. Per questo ci ho messo parecchio a terminare il percorso. In pratica ho ritardato al penultimo check point e ho dovuto percorrere gli ultimi 20 chilometri al buio in una notte stellata senza luna».  Alla fine Milanesi ce l’ha fatta in poco meno di 13 ore, ma quest’anno è certo di arrivare al traguardo ancora con la luce e di abbassare la sua prestazione significativamente. «Bellissimo il percorso, quasi sempre in riva all’oceano ma che ti costringe a correre sulla sabbia. Anche l’attraversamento del deserto di Viana è tosto. Lo scorso anno ho anche sbagliato strada allungando la corsa di qualche chilometro. Però, che Trail è se non ti perdi...».