Emergenza Ucraina, il vescovo Napolioni chiede disponibilità alla comunità cremonese

Accoglienza profughi e sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra: "Esercitiamo i gesti della condivisione"

Il vescovo di Cremona monsignor Antonio Napolioni

Il vescovo di Cremona monsignor Antonio Napolioni

Cremona -  Il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, invita la comunità cristiana cremonese a tenersi pronta per accogliere profughi e sostenere le popolazioni colpite dalla guerra. “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia impone a tutti noi un forte impegno di preghiera, riflessione e solidarietà. Il magistero del Papa ci guida, e il tempo di Quaresima che iniziamo ci orienta spiritualmente e concretamente ai gesti della fede e della carità, armi sempre efficaci davanti al male. Dopo la preghiera del Rosario per la pace, che ci ha riunito nella Cattedrale di Cremona venerdì 25 febbraio, e la giornata di digiuno e preghiera in questo Mercoledì delle Ceneri, continueremo a pregare in tutte le comunità, perché lo Spirito Santo illumini menti e cuori dei responsabili delle nazioni, dei militari e dei civili, perché il conflitto cessi e si torni al dialogo, unica via per la convivenza pacifica tra i popoli” scrive monsignor Napolioni.

“Quanto avvenuto finora ha già prodotto sofferenze e danni enormi, e la rete Caritas si è subito impegnata per portare aiuto alla popolazione. La situazione di emergenza si sta evolvendo di ora in ora, ma, grazie alla presenza sul territorio ucraino di Caritas Ukraine (Chiesa cattolica di rito bizantino) e Caritas Spes (Chiesa cattolica latina), siamo operativi nel sostenere le famiglie in urgente stato di bisogno”. Ma cosa può fare la comunità cremonese? “La Chiesa cremonese rivolge un appello alle comunità affinché si rendano disponibili ad accogliere persone in fuga dalla guerra e in cerca di protezione. Al momento, non è facile quantificare tali esigenze, che le Autorità segnaleranno man mano. È bene però prepararci ad un’accoglienza diffusa, per la quale ogni comunità valuti sin da ora la disponibilità di spazi adeguati alle necessità che emergeranno. Ogni comunità potrà così esercitare i gesti della condivisione, non solo ospitando ma anche conoscendo e accompagnando i fratelli e le sorelle che la sciagura della guerra costringe ad essere temporaneamente lontani dalla loro terra e casa. L’appello è aperto a tutti coloro che desiderano condividere questo cammino di costruzione di pace: parrocchie, istituti religiosi, associazioni o privati cittadini. La Caritas Cremonese, in base all’esperienza maturata in altre situazioni di emergenza, curerà il coordinamento delle disponibilità, in collegamento con le Autorità pubbliche. Segnalate perciò le vostre disponibilità, scrivendo a caritas@diocesidicremona.it. Siamo in attesa di capire, in collegamento con le Istituzioni, come eventualmente sostenere un’adeguata accoglienza anche per coloro che sono già arrivati in Italia e sono stati accolti presso abitazioni di parenti oppure di amici”.

Per ora non partono raccolte di beni di prima necessità da parte di Caritas. “Per quanto riguarda eventuali raccolte di beni, generi alimentari, medicinali e altro, sono diverse le associazioni che già se ne occupano. Al momento le Caritas Lombarde hanno deciso di non organizzare direttamente raccolte e spedizioni, ma di sostenere, con i fondi raccolti, le realtà che agiscono sul campo. Prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, la nostra Caritas diocesana aveva promosso come iniziativa di Quaresima la campagna 'una buona domenica per tutti'. Pensando a chi nelle nostre città e paesi è più solo ed emarginato: portare in dono il pasto della domenica ad anziani soli e/o a persone in difficoltà economica. L’attenzione che ora si sviluppa intorno all’emergenza Ucraina non ci farà dimenticare i poveri di casa nostra, per cui invitiamo a dare concretezza anche a questa proposta semplice ed eloquente. Ci farà bene vivere così il senso della domenica e della Pasqua”.