PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Crema, truffa "pakistana" all’Inps

Aziende inesistenti. Raggiro da oltre mezzo milione

Guardia di Finanza

Crema, 2 marzo 2019 - Sette pakistani della stessa famiglia e una donna italiana, moglie di uno di loro, denunciati per associazione a delinquere che ha portato a truffare l’Inps per oltre mezzo milione di euro. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Torino, titolare dell’inchiesta, la famiglia, nella quale c’erano esperti di informatica, era riuscita a entrare nel sistema operativo dell’Inps, trovando le password che permettevano loro di manipolare i documenti. In questo modo, accreditavano aziende inesistenti con inesistenti dipendenti. L’inizio dell’attività illecita della famiglia è stato fissato dalle indagini a due anni e mezzo fa. Gli stranieri inventavano finte aziende dislocate un po’ in tutta Italia che venivano accreditate nel sistema dell’Inps.

Naturalmente le ditte avevano a disposizione dipendenti, ma dopo qualche tempo l’azienda entrava in crisi e quindi licenziava. Ma i dipendenti a quel punto potevano far richiesta di disoccupazione e percepire gli assegni di legge. Tuttavia, nessuna delle persone assunte esisteva realmente e i soldi della disoccupazione confluivano su conti correnti creati appositamente dalla famiglia, che li incassava. Il marchingegno è stato scoperto controllando alcune aziende. In particolare le prime indagini si sono svolte nella nostra zona, dove i pakistani avevano creato le prime due delle 18 ditte inesistenti. Le indagini sono state affidate alla nostra Gdf che aveva il compito di controllare le due aziende per le quali si sospettava che non tutto fosse a posto, vista la rapida nascita e sparizione. Dalle indagini dei nostri finanzieri è apparso ben presto chiaro che nessuna delle due aziende avesse realmente operato nella zona e che tantomeno avesse mai assunto delle maestranze.

Dalla nostra zona le indagini sono tornate a Torino dove la GdF ha tirato le fila, arrivando alla famiglia pakistana e ai conti correnti sui quali finivano gli assegni di disoccupazione. Alla fine, sono stati oltre cento i profili fasulli creati e per i quali sono state percepite le indennità di disoccupazione. Al termine delle indagini, la Gdf ha sequestrato una casa acquistata con i proventi della truffa e nella quale abitavano i pakistani, banconote antiche e conti correnti per un totale di circa mezzo milione di euro.