Tamoil, un disastro ambientale: condannati quattro ex dirigenti

Inquinati falda acquifera e terreni: sei anni la pena più alta. Il Comune di Cremona non si è costituito parte civile di Gabriele Moroni

La raffineria Tamoil di Cremona

La raffineria Tamoil di Cremona

Cremona, 19 luglio 2014 - Idrocarburi e benzene a inquinare la falda acquifera e i terreni di società canottieri e circoli ricreativi in prossimità delle rive del Po, a Cremona. Sversamenti usciti da fogne vetuste, andati avanti in silenzio per anni, senza che gli enti pubblici venissero informati. Il giudice per l’udienza preliminare Guido Salvini ha condannnato per disastro ambientale quattro fra ex amministratori e dirigenti della Tamoil, la società di proprietà del governo libico dismessa dal 2011.

Due le condanne per disastro ambientale doloso: 6 anni di reclusione (più 6 mesi di arresto e 9mila euro di ammenda per omessa bonifica) a Enrico Gilberti, amministratore delegato della Tamoil Raffinazione dal 2001 al 2004; 3 anni di reclusione a Giuliano Guerrino Billi, amministratore delegato della Tamoil Raffinazione dal 1999 al 2001 e della Tamoil Italia dal 1999 al 2004.

Due condanne per disastro ambientale colposo: un anno e 8 mesi di reclusione (più 4 mesi di arresto e 6mila euro di ammenda per omessa bonifica) a Pierluigi Colombo e al libico Mohamed Saleh Abulaiha, rispettivamente direttore generale della Tamoil Raffinazione nel periodo 2006-2007 e direttore generale della Tamoil Raffinazione dal 2007. Agli ultimi due il giudice Salvini ha concesso la sospensione condizionale «subordinando tale beneficio alla prosecuzione dei necessari interventi di bonifica e ripristino ambientale». Il quinto imputato, Ness Yammine, libanese, giunto a Cremona soltanto nel 2007, è stato assolto per non avere commesso il fatto. Gli atti sono stati trasmessi alla Procura per una eventuale azione nei confronti della Tamoil come persona giuridica. 

Il giudice ha disposto il risarcimento nei confronti delle società canottieri, del Dopolavoro ferroviario e di Legambiente. Il Comune di Cremona non si era costituito parte civile. Ma un cittadino cremonese, Gino Ruggeri, responsabile dell’associazione radicale Piergiorgio Welby, si era costituito parte civile al posto del Comune: il risarcimento di un milione di euro a titolo di provvisionale che gli è stato riconosciuto sarà convogliato in favore dell’amministrazione comunale che il cittadino ha rappresentato. 

Nel marzo del 2001 la Tamoil presenta un’«autodenuncia» come sito inquinato. L’inquinamemto ha investito non solo l’area industriale ma anche i terreni esterni, vicino all’argine del Po, dove si trovano importanti circoli cremonesi (le società Canottieri Bissolati e Flora, Dopolavoro ferroviario, Cral Tamoil). Le indagini accertano alcuni punti. La società non informato in modo completo della gravità della situazione gli enti interessati, Comune, Regione, Arpa. Anche fra il 2001 e il 2007, dopo l’«autodenuncia», la Tamoil ha continuato a operare in condizioni tali da favorire lo sversamento di idrocarburi.

La bonifica inizia solo nel 2007. Pompe e barriere idrauliche estraggono dal terreno e dalla falda acquifera enormi quantità di idrocarburi che contengono anche benzene, molto pericolo per la salute pubblica. Dal 2008 al 2011 vengono recuperati 1800 metri cubi di idrocarburi che galleggiano sulla falda acquifera. Il recupero a oggi non è terminato. Così come i terreni della raffineria e quelli a valle dell’impianto sono ancora intrisi di idrocarburi.