
Toghe, tribunale
Crema, 12 ottobre 2014 - Ordine degli avvocati di Crema, addio. Dopo oltre duecento anni di vita, lo storico ordine degli avvocati di Crema chiude i battenti. Un po’ a sorpresa, per la verità, in quanto, dopo la soppressione del tribunale, il consiglio dell’ordine di Crema, capeggiato dal presidente Ermete Aiello, aveva chiesto di non essere accorpato a Cremona. E la richiesta non sembrava avere controindicazioni, tant’è vero che, in assenza di leggi specifiche per la sua soppressione, gli avvocati cremaschi erano molto fiduciosi di poter mantenere la propria autonomia. Invece la doccia fredda è arrivata qualche giorno fa, quando dal ministero di Giustizia, a firma del ministro Andrea Orlando, è stata recapitata una lettera nella nuova sede del consiglio di Crema, in via Matteotti, al palazzo della Provincia, missiva nella quale si comunicava che l’ordine di Crema sparirà dal prossimo 31 dicembre e gli avvocati cremaschi avrebbero dovuto confluire nell’ordine di Cremona, o scegliere altro ordine.
«Non si tratta di una doccia fredda — dice l’avvocato Martino Boschiroli — perché i timori, fondatissimi, ci sono sempre stati, dopo la chiusura del tribunale. Sin dall’inizio si sapeva che l’ordine di Crema era a tempo e che avrebbe dovuto chiudere con la fine del 2014. Tuttavia, in primavera qualche speranza era affiorata. Purtroppo anche questa vicenda si incanala nel decadimento cittadino, che vede la spoliazione del territorio continuare senza sosta. Prima il tribunale, poi l’ufficio delle entrate, quindi altre strutture importanti che renderanno questo territorio sempre più povero. La scomparsa dell’ordine, che ha una storia di oltre 200 anni, ci rattrista tutti. Devo dire che il presidente Ermete Aiello si è battuto, ma nulla ha potuto contro chi remava contro. E si tratta di molti politici nostrani».