Offanengo, la Iml chiude i battenti: ottantacinque lavoratori restano a casa

Arriva la conferma: i macchinari di produzione resteranno spenti

Il sindacalista Paolo Piloni della Cgil

Il sindacalista Paolo Piloni della Cgil

Offanengo (Cremona) - Arriva la conferma: i macchinari di produzione della Iml (Industrie meccaniche lombarde) di Offanengo resteranno spenti. Si è tenuto ieri l’incontro tra i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e il Comune di Offanengo riguardante le sorti dell’attività di Iml che, dopo oltre 70 anni di presenza sul territorio, sembra ormai destinata a chiudere definitivamente i battenti, lasciando senza lavoro gli attuali 85 dipendenti. E’ stato confermato che la sola attività di distribuzione continuerà fino a esaurimento rimanenze di magazzino. L’azienda ha chiesto un esame congiunto per cassa integrazione straordinaria per cessata attività.

I sindacalisti Paolo Piloni della Cgil e Giovanna Gaudenzi della Cisl avevano avuto un incontro preliminare con i rappresentanti dell’azienda giovedì scorso. Nell’occasione avevano potuto apprendere che la concorrenza di chi produce in Paesi con manodopera a basso costo, l’aumento del costo dell’energia e la riduzione degli ordini sull’anno del 40% che hanno causato una grave crisi di liquidità. Già dal 2016 c’era stata un’operazione di esternalizzazione di un reparto con la scelta aziendale di affidare a terzi delle commesse.

Il destino dell’azienda, che produce meccanismi a leva e anello per raccoglitori, sembra segnato da tempo e che per i lavoratori e le istituzioni non si tratti di un fulmine a ciel sereno, è dimostrato dal tono delle dichiarazioni del sindaco Gianni Rossoni, che sembra già proiettato a capire come trovare un modo per ricollocare coloro che rimarranno senza lavoro.